Incendi boschivi: nell’ultimo decennio gli 8 anni peggiori di sempre

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La riduzione dell’umidità atmosferica ha guidato tre quarti degli aumenti registrati in intensità e propagazione degli incendi.

Nell’ultimo decennio si sono verificati gli 8 anni più estremi mai registrati in termini di incendi boschivi a livello globale, un fenomeno guidato in particolare dal cambiamento climatico e le condizione anomale ad esso correlate. A dirlo è un nuovo studio dell’Università di Alberta, in Canada, pubblicato su Nature Climate Change, che identifica una riduzione dell’umidità atmosferica unita all’aumento delle temperature come causa principale.

Il team ha esaminato le tendenze meteorologiche estreme in relazione agli incendi dal 1979 al 2020, utilizzando indicatori in grado di stimare l’intensità degli incendi e la velocità di propagazione, nonché i cambiamenti nella pressione del vapore o nell’umidità. I risultati hanno mostrato un collegamento tra la tendenza all’aumento della temperatura globale e la diminuzione dell’umidità con una maggiore frequenza di incendi estremi, maggiore intensità e tendenza a propagarsi in aree insolite.

L’aumento delle temperature si è rivelato un fattore trainante nel 40% delle tendenze significative, con la diminuzione dell’umidità relativa che ha causato oltre tre quarti degli aumenti nei valori di intensità e propagazione degli incendi boschivi.

“Sono le condizioni estreme a guidare l’attività degli incendi nel mondo”, afferma l’esperto della U of A Michael Flannigan, co-autore dello studio. “Ad esempio, in Canada, appena il 3% degli incendi è responsabile del 97% dell’area bruciata”.

Lo studio ha anche riscontrato un aumento significativo delle condizioni meteorologiche estreme che possono causare incendi devastanti in almeno metà della superficie vulnerabile della Terra, incluse aree come il Canada settentrionale e la Columbia britannica. Nel quadro complessivo, tutte le regioni del mondo hanno visto un aumento delle condizioni estreme negli ultimi 40 anni, con valori più marcati negli ultimi due decenni, secondo il team.

“Non è una grande sorpresa, ma con il cambiamento climatico ci aspettiamo che le condizioni più calde continuino e che questa tendenza si espanda e peggiori”, osserva Flannigan, aggiungendo che anche altri fenomeni, come le inondazioni, possono trovare origine negli incendi. “Quando si rimuove la vegetazione, la pioggia non viene intercettata dagli alberi, le radici non raccolgono l’umidità, non c’è nulla che dia stabilità al suolo”, spiega Flannigan. Pertanto è molto più probabile vedere frane e inondazioni nelle aree bruciate.

Gli effetti degli incendi sono duraturi e possono incombere per decenni. Anche se il riscaldamento globale dovesse cessare oggi, l’impatto di questi eventi estremi continuerebbe probabilmente in futuro. Le comunità devono prepararsi a tutte queste eventualità, afferma Flannigan. “Siamo su questo percorso verso una nuova realtà. Ma non è normale, perché non c’è niente di normale in quello che sta succedendo”.

Articolo di Erika del 29 Novembre 2021 alle ore 22:17

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