“Sepolte” nel permafrost, le antiche malattie potrebbero tornare alla luce

Insieme ai fossili del Pleistocene, l’aumento delle temperature libererà dal ghiaccio anche scorie nucleari, malattie e una quantità enorme di carbonio.

Con le temperature che continuano ad aumentare e il conseguente scioglimento dei ghiacciai molte cose intrappolate per milioni di anni rischiano di venire alla luce. Secondo quanto affermato da BBC News, accanto ai fossili del Pleistocene che stanno spuntando dal permafrost giacciono tossine congelate, scorie nucleari e una quantità di carbonio sufficiente a raddoppiare le emissioni attuali di gas serra nell’atmosfera.

Il permafrost è ricco di sostanze organiche e contiene circa 1.500 miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero il doppio di quello attualmente presente in atmosfera. Lo scioglimento previsto entro il 2100 dipende effettivamente dal modo in cui rispondiamo ai cambiamenti climatici: potrebbe oscillare trail 70% se continuiamo a bruciare combustibili fossili sul trend attuale e il 30% se riduciamo al massimo le emissioni globali. In tutti i casi si prevede un rilascio maggiore o minore di carbonio, metano e scorie tossiche, nonché la probabilità che malattie pericolose finora “congelate” come l’influenza spagnola, il vaiolo e persino la peste bubbonica possano tornare a infestare le popolazioni.

Molte cose dipendono dal permafrost, come il Doomsday Vault, un enorme deposito di semi di piante che fa affidamento sull’Artico ghiacciato, o la messa in sicurezza dei rifiuti nucleari di nazioni quali Svezia, Finlandia e Canada. Si tratta di una vera bomba ad orologeria, che secondo i ricercatori potrebbe non “esplodere” così lentamente, anzi il rilascio di sostanze dannose potrebbe rivelarsi rapido e fuori controllo.

Tutto dipende dalle azioni intraprese dalla comunità internazionale, afferma la scienziata Sue Natali, del Woods Hole Research Center. “Il destino dell’Artico non è scontato”, dichiara. “Dobbiamo preservare il più possibile il permafrost. E noi abbiamo un controllo su questo. Le nostre emissioni non possono restare ‘business as usual’. L’Artico dipende da questo e noi dipendiamo dall’Artico”.

Articolo di Erika del 21 Giugno 2019 alle ore 17:41

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