Nel 2019 sono morte 6,7 milioni di persone per inquinamento atmosferico, i dati del SoGA

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L’inquinamento da particolato ha contribuito alla morte di quasi mezzo milione di bambini nel mondo. Ma nell’ultimo decennio i miglioramenti nelle aree critiche sono stati minimi o assenti.

L’inquinamento atmosferico ha causato 6,7 milioni di vittime nel mondo soltanto nel 2019, secondo il nuovo rapporto State of Global Air 2020 (SoGA 2020), frutto della collaborazione dell’Health Effects Institute (HEI) e dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME2) delle università di Washington-Seattle e della British Columbia. Secondo la prima analisi completa dell’impatto globale dell’inquinamento atmosferico, circa 500.000 decessi infantili sono stati riconducibili all’inquinamento da particolato esterno e domestico, con gran parte dei decessi legati all’utilizzo di combustibili solidi.

L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico è legata principalmente a decessi per patologie o malattie quali tumore ai polmoni, diabete, infarto, ictus, malattie polmonari croniche e malattie neonatali. Sebbene non si abbiano ancora risultati soddisfacenti, malgrado le ricerche, sulla correlazione tra mortalità da Covid-19 e inquinamento atmosferico, i risultati del SoGA richiamano l’attenzione sulla vulnerabilità delle persone affette da malattie cardiache e polmonari, per le quali è stato registrato un tasso di mortalità da Covid-19 maggiore.

La preoccupazione crescente è che “l’esposizione ad alti livelli di inquinamento atmosferico, specialmente quelli comunemente riscontrati nei Paesi dell’Asia meridionale e orientale, possa esacerbare gli effetti del  Covid-19”, si legge nello studio. Le malattie croniche e i fattori di rischio correlati, come obesità, glicemia alta e inquinamento atmosferico esterno, sono state in continuo aumento a livello globale, sottolinea Christopher Murray, direttore dell’IHME, “creando negli ultimi 30 anni un cocktail perfetto per alimentare le attuali morti da Covid-19”.

Secondo l’HEI, oggi l’inquinamento atmosferico è al quarto posto tra le cause principali di morte in tutto il mondo, subito dopo il fumo e la cattiva alimentazione. Le misure adottate per contrastare questo fenomeno crescente sono state quasi del tutto assenti a livello globale, sebbene alcuni paesi siano riusciti ad apportare modesti miglioramenti alla qualità dell’aria. Le regioni più critiche nell’Africa e nell’Asia meridionale, come Nepal, Pakistan, Bangladesh e India, hanno continuato a registrare concentrazioni molto elevate di inquinamento atmosferico. Sono stati rilevati i primi progressi nella riduzione dell’inquinamento atmosferico in Cina, che insieme all’India ha costituito comunque più della metà dei decessi a livello globale, con ben 3,5 milioni di decessi nel 2019.

Articolo di Erika del 23 Ottobre 2020 alle ore 19:22

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