Il fenomeno della neve chimica non è raro in pianura Padana durante i periodi prolungati di alta pressione. Viene chiamato così perchè nella formazione dei piccolissimi fiocchi (più simili ad aghi di ghiaccio e non dalla classica forma dendritica) contribuiscono le sostanze inquinanti disperse nell’atmosfera: le polveri sottili in particolare fungono da nuclei di condensazione che, in presenza di alti tassi di umidità e temperature al di sotto dello 0°C, aggregano i cristalli di ghiaccio fino a farli precipitare al suolo come i veri fiocchi di neve.
Ecco dunque che si verifica questo fenomeno spettacolare e allo stesso tempo un po’ inquietante della neve chimica, durante i periodi anticiclonici e in assenza di nubi.
Le foto che vi riportiamo (ringraziamo Lorenzo per la condivisione dei file) sono state scattate ieri mattina a Pavia, dopo che la fitta nebbia ha lasciato la zona. Se le diverse terminologie fra brina, galaverna, rugiada o neve chimica vi creano confusione leggete questo breve articolo per scoprire le differenze e fare chiarezza.
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