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Una nuova scoperta potrebbe riscrivere la storia del terremoto di Creta nel 365 d.C., cambiando gli attuali modelli sismici e di tsunami nella regione.
Il terremoto più devastante nella storia del Mediterraneo potrebbe rivelarsi qualcosa di diverso da ciò che si era ipotizzato finora. Una nuova scoperta suggerisce che l’evento verificatosi nel 365 d.C. avrebbe una eredità sismica differente e ciò stravolgerebbe radicalmente gli attuali modelli di terremoti e tsunami nella regione.
Il sisma di magnitudo stimata 8.0 o superiore colpì nel Mediterraneo provocando uno tsunami e uccidendo decine di migliaia di persone. L’Alessandria d’Egitto insieme a molte altre città furono distrutte dall’evento catastrofico, secondo gli studi, che lo collegavano alla zona di subduzione sotto Creta. Tuttavia, un gruppo di faglie “normali” al largo della Creta occidentale e sud-occidentale potrebbe essere alle origini del sollevamento di vaste distese di spiaggia fossile lungo la costa.
“Le nostre scoperte favoriscono collettivamente l’interpretazione che i terremoti e gli tsunami dannosi nel Mediterraneo orientale possono avere origine da faglie normali, evidenziando il potenziale pericolo da terremoti di faglia normale della placca superiore tsunamigenica”, scrivono i ricercatori nel loro articolo pubblicato su AGU Advances.
Analizzando le coste esposte al sollevamento sismico e la datazione del radiocarbonio, il team è riuscito a risalire allo spostamento del terreno all’epoca, ottenendo dati più precisi. Il sollevamento del suolo intorno alle spiagge, che avrebbe raggiunto fino a 9 metri di altezza, lasciò esposta una quantità enorme di organismi marini, uccidendoli.
Questi resti di organismi viventi, raccolti in 8 siti intorno a Creta, hanno fornito agli scienziati 32 nuovi punti in termini di età geologica, che attraverso i modelli computerizzati sono stati adattati all’attività sismica nel luogo. I risultati suggeriscono che il sollevamento sia stato probabilmente causato da una serie di terremoti nei primi secoli del millennio, antecedenti al leggendario evento sismico del 365 d.C.
Secondo il nuovo studio, le faglie normali nella regione potrebbero quindi essere più suscettibili alla distruzione di quanto si pensasse in precedenza, e il terremoto del 365 d.C. potrebbe aver avuto origine da faglie normali anziché dalla zona di subduzione ellenica come ipotizzato finora.
Ciò potrebbe significare un intero riadattamento degli attuali modelli sismici e un cambiamento nelle previsioni. Sostanzialmente, se i rischi legati alla zona di subduzione ellenica potrebbero essere inferiori, il pericolo derivante da più faglie normali potrebbe essere maggiore di quanto pensiamo, specialmente in termini di tempistica raggruppata.
I ricercatori approfondiranno lo studio sull’attività sismica nella regione del Mediterraneo, soprattutto lontano dalle coste, da cui proviene la maggior parte dei dati della ricerca. In particolare, specifica il team, andrà migliorato “l’imaging geofisico, per comprendere adeguatamente la tettonica e il rischio sismico nella zona di subduzione ellenica”.
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