Trasporto di aerosol in atmosfera: il ruolo degli atmospheric river

Gli studi relativi al trasporto di aerosol in atmosfera si concentrano molto spesso sull’analisi di singoli eventi tra loro indipendenti. Solo negli ultimi anni si tende a dare uno sguardo “globale” al fenomeno per comprenderne più a fondo l’origine.

Il termine “aerosol” ingloba al suo interno tantissime tipologie di particelle, dall’origine più disparata: dal sale marino alla sabbia dei deserti, dai solfati di origine vulcanica ai prodotti dalla combustione. Tenere traccia del movimento di queste particelle è estremamente importante perché, a seconda dell’origine e del luogo in cui vengono trasportate, possono produrre importanti conseguenze. In alcuni casi le particelle di aerosol possono favorire la ricrescita delle foreste, influenzare la formazione delle nubi e ridurre la qualità dell’aria che respiriamo.

Struttura di un atmospheric river. Fonte: NOAA

In questo contesto, i ricercatori stanno sfruttando le conoscenze acquisite negli ultimi anni relative alle analisi dei cosiddetti “atmospheric river” per lo studio dell’aerosol atmosferico. Gli atmospheric river sono estese e sottili strutture che sono in grado di trasportare immense quantità di vapore acqueo dalle latitudini tropicali verso le medie e alte latitudini per migliaia di chilometri. Quando queste strutture incontrano la terraferma possono produrre quantità estreme di precipitazione ed è quindi fondamentale monitorarle costantemente.

In un recente studio firmato dal professor Da Silva della NASA, pubblicato su journal Geophysical Research Letters, gli algoritmi di detection utilizzati per l’identificazione del vapore acqueo sono stati adattati per analizzare il trasporto di aerosol in atmosfera. Il nuovo metodo, che permette di individuare i “fiumi atmosferici di aerosol”, è stato applicato su scala globale tra il 1997 e il 2014. In questo lasso di tempo il Sahara, la Patagonia e i deserti asiatici hanno originato i più importanti eventi di trasporto di sabbia mentre Amazzonia, Africa Centrale e India hanno generato enormi quantità di particelle di combustione di origine naturale ed antropica trasportate successivamente per migliaia di chilometri.

I nuovi strumenti di identificazione del trasporto di aerosol permetteranno ai ricercatori di studiare sistematicamente e su scala globale questi “fiumi” carichi di particelle. In questo modo sarà possibile approfondire il ruolo dell’aerosol sul clima terrestre, la loro interazione con la radiazione e l’effetto prodotto sul trasporto delle particelle da fenomeni come El Nino e La Nina.

Articolo di Stefano Della Fera del 16 Maggio 2021 alle ore 18:15

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