Clima: cosa succede al turismo nelle Alpi?

L’aumento delle temperature ha contribuito al declino di centinaia di stazioni sciistiche e di tutto il settore turistico alpino.

Foto: The Guardian

Piste disboscate, alberghi in rovina, cementificazione sconsiderata e impianti di risalita abbandonati potrebbero diventare il nuovo ritratto del turismo nelle Alpi, un’industria fiorente che con il passare degli anni sembra andare incontro al declino. In Italia, centinaia di stazioni sciistiche dal Piemonte al Friuli sono ormai abbandonate e il numero continua ad aumentare, interessando stazioni grandi e piccole. L’accorciarsi della stagione sciistica a causa di inverni più caldi, insieme a investimenti sbagliati, sta contribuendo ad un lento declino del settore, che fa sempre più affidamento sull’utilizzo di neve artificiale.

Sulle Alpi, ogni 1°C di aumento della temperatura equivale a 2°C. Essendo le zone montuose particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici, si ritiene che il futuro per queste aree sia ancora più incerto. Gli accademici dell’ETH di Zurigo hanno previsto per le Alpi un aumento compreso tra 2,5 °C e 4,5 °C entro il 2050, analogamente a quanto avverrebbe in Svizzera. Ciò non solo comprometterebbe il settore sciistico, ma peggiorerebbe ulteriormente la situazione ambientale, poiché l’utilizzo di neve artificiale su cui sempre più strutture faranno affidamento andrebbe incontro ad un incremento, danneggiando l’ambiente e l’economia.

In Italia le piste da sci coprono circa 4.000 km e le spese per coprirle con la neve artificiale ammontano a circa 500 milioni di euro all’anno. “Nell’ultima stagione sciistica, fino a febbraio, la maggior parte delle stazioni sciistiche ha funzionato quasi esclusivamente grazie alla neve artificiale”, ha affermato Francesco Pastorelli, della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra). “Ciò ha ovvie conseguenze sull’ambiente e sulla sostenibilità economica delle stazioni sciistiche”.

Secondo gli studi, lo scioglimento dei ghiacciai che negli ultimi decenni sta accelerando rapidamente potrebbe far sì che le Alpi diventino sempre più simili agli attuali Appennini. L’estensione dei ghiacciai alpini ha subito un’enorme riduzione ed entro il 2100 è possibile che gran parte di questi scompaia del tutto. Le conseguenze immediate, avvertono gli esperti, sono le frane e i crolli di detriti, un fenomeno che interessa già molti comuni italiani.

È necessario intervenire nel settore edilizio, che in gran parte del territorio alpino ha bisogno di essere risanato, far fronte all’emergenza climatica e allo stesso tempo trovare idee e soluzioni innovative per preservare il turismo nelle Alpi, un settore dell’economia europea da cui dipendono moltissime persone.

Articolo di Erika del 10 Dicembre 2019 alle ore 17:54

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