Quando le piogge primaverili possono influenzare le temperature estive

I dati raccolti negli ultimi giorni continuano a evidenziare, seppur a settimane di distanza, il netto contrasto tra Europa settentrionale e meridionale in termini di temperatura e precipitazioni. Un lascito della stagione primaverile che continua, e continuerà ancora per settimane, ad influenzare l’avvio della stagione estiva. 

Primavera non è solo sintomo di prime temperature over 25 e primi bagni al mare ma anche di acquazzoni, temporali e improvvisi cali di temperatura. In effetti, essendo la stagione primaverile un naturale periodo di transizione tra l’inverno e l’estate, caratteristiche tipiche di queste due estreme stagioni possono essere ritrovate nei 3 mesi di marzo, aprile e maggio.

Tuttavia, la presenza di piogge in primavera non ha solo lati negativi. Il contenuto di umidità del terreno, dovuto a piogge che insistono su una determinata regione, viene assorbito e mantenuto per diverse settimane, o addirittura mesi, prima di essere restituito all’atmosfera tramite evaporazione, un processo che, come ricorda il semplice caso di acqua messa a bollire su un fornello, richiede energia. Un suolo più umido tenderà a convertire l’energia solare incidente in evaporazione, piuttosto che riscaldare l’aria sovrastante. Viceversa, un terreno secco tenderà a riscaldare maggiormente l’aria a contatto con la superficie, come mostrato dallo schema sottostante. 

Bilancio energetico alla superficie per diversi stati di umidità nel terreno, fonte COMET

Bilancio energetico alla superficie per diversi stati di umidità nel terreno, fonte COMET

Dati i lunghi tempi di risposta del suolo queste interazioni possono prolungarsi per settimane, o addirittura mesi, andando ad influenzare l’andamento di una stagione. Non è difficile immaginare, quindi, come condizioni più o meno piovose in primavera possano influenzare le temperature estive.

Tuttavia occorre precisare che, perché queste interazioni si manifestano, occorrono condizioni atmosferiche “favorevoli”, come il mantenimento di una coriacea alta pressione e la conseguente assenza di venti. In letteratura è stato mostrato più volte come alla base della caldissima estate del 2003 ci sia stato proprio un deficit di piogge in primavera.

Ed è proprio questa la situazione che si sta verificano in questi mesi, almeno nel nord Europa. Qui il mese di maggio è risultato particolarmente caldo e secco portando, come illustrato dalla figura sottostante, ad un deficit pluviometrico localmente fino al 20%.

Anomalia precipitazioni totali nel mese di maggio 2018

Anomalia precipitazioni totali nel mese di maggio 2018

Andando ad analizzare il contenuto di umidità nello strato superficiale del suolo (immagine sottostante) si nota come proprio gran parte delle regioni nord europee siano ancora caratterizzate da suoli relativamente secchi 5-15% del valore a saturazione.

Umidità nel terreno (primo strato a contatto con il suolo) assimilata alle ore 6 GMT del 16 giugno 2018

Umidità nel terreno (primo strato a contatto con il suolo) assimilata alle ore 6 GMT del 16 giugno 2018

Ecco perché le piogge in primavera non sono solo “brutto tempo”.

Articolo di Guido Cioni del 16 Giugno 2018 alle ore 16:01

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