Lo smog al nord Italia fotografato dallo spazio: no, non è “solo vapore acqueo”

Paolo Nespoli, uno degli astronauti italiani che ha avuto l’onore di trascorrere una parte della sua vita sulla stazione spaziale internazionale, ha pubblicato qualche giorno fa lo scatto del nostro paese che vi mostriamo di seguito. 

Fotografia scattata da Paolo Nespoli in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale che mostra lo smog sul nord Italia

Fotografia scattata da Paolo Nespoli in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale che mostra lo smog sul nord Italia

Evidenti sono, oltre alla Sardegna e alla Corsica in tutta la loro bellezza, l’arco alpino e le regioni del nord Italia. Tuttavia una cosa decisamente poco positiva salta immediatamente all’occhio, ovvero quelle tonalità marroni che caratterizzano i cieli del nord Italia.

Si tratta di uno degli effetti legati all’inquinamento che si manifesta spesso in prolungati periodi di alta pressione. Il nord Italia è infatti un vero e proprio “catino” circondato da Alpi ed Appennini, ed aperto solo verso il mare Adriatico. Queste caratteristiche lo rendono una delle regioni italiane più suscettibili al ristagno di inquinanti, specialmente in assenza per un periodo prolungato di venti, caratteristica tipica del regime anticiclonico che ci ha interessato da vicino nell’ultima settimana.

L’immagine satellitare in alta risoluzione dallo strumento MODIS permette di apprezzare ancora meglio l’aria insalubre che si respirava lo scorso 18 ottobre al nord Italia .

Immagine satellitare in alta risoluzione  che mostra lo smog sul nord Italia lo scorso 18 ottobre

Immagine satellitare in alta risoluzione che mostra lo smog sul nord Italia lo scorso 18 ottobre

Negli scorsi giorni molti hanno sostenuto che le colorazioni visibili in figura fossero “solo vapore acqueo” e solo in parte riconducibili all’inquinamento. In realtà il vapore acqueo, essendo appunto in forma gassosa, rimane invisibile. Solo quando il vapore condensa in minuscole goccioline di nube l’aria diventa opaca. In questo caso la condensazione delle goccioline è ovviamente legata all’alta concentrazione di particelle in sospensione, dovute alle emissioni di macchine o industrie e al ristagno d’aria. Quello che si vede non è quindi “vapor d’acqua” ma una commistione tra goccioline di nube e polveri in sospensione.

Da notare che il limiti sanciti per legge da non superare oltre 30 giorni all’anno  (50 µg/m3) sono invece stati superati in più occasioni secondo i dati misurati dalla rete di stazioni dell’ARPA Emilia-Romagna, come mostrato dal grafico sottostante.

Andamento delle concentrazioni PM10 durante la scorsa settimana

Andamento delle concentrazioni PM10 durante la scorsa settimana

A Cremona la soglia è stata praticamente raddoppiata!

Articolo di Guido Cioni del 22 Ottobre 2017 alle ore 18:15

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