Quando la nebbia diventa interessante e forma…un vortice

Un vortice di nebbia? Non stiamo dando i numeri! Analizzando le immagini satellitari degli ultimi giorni abbiamo notato più volte la presenza di formazioni nuvolose sul golfo ligure che ricordano lontanamente la forma spiraleggiante dei cicloni. Solo che stavolta  l’alta pressione ed il bel tempo regnano incontrastati su gran parte del Mediterraneo. Ma quindi qual è la causa di questi vortici? 

Giornate calme come quella di oggi forniscono comunque alcuni spunti di riflessione, soprattutto tramite l’osservazione delle immagini scattate dai satelliti geostazionari in orbita a circa 36000 km di distanza dalla superficie terrestre. L’immagine risalente al pomeriggio di oggi mostra infatti le regioni centro-settentrionali coperte da una fitta nebbia che a stento consente di riconoscere il profilo del paese, tipica condizione dei regimi di alta pressione. Quello che si riesce ad individuare grazie alla forma delle nuvole è invece un piccolo vortice presente sul golfo ligure.

Immagine MODIS del vortice visibile oggi sul golfo di Genova

Immagine MODIS del vortice visibile oggi sul golfo di Genova

Quando sentiamo la parola “vortice” spesso pensiamo alle basse pressioni (o cicloni) che portano il maltempo sul nostro paese. In realtà stavolta il vortice in questione non è stato portatore di un peggioramento delle condizioni, come testimonia anche l’animazione delle immagini satellitari che vi mostriamo di seguito. Da notare come nell’animazione sia possibile distinguere le nuvole (tonalità bianche) dalla neve e ghiaccio (tonalità azzurre), elementi che nell’immagine precedente apparivano ugualmente bianchi.

Animazione del vortice

Ma allora come si è formato questo vortice? 

I venti provenienti da ovest hanno inizialmente accumulato umidità sul golfo ligure, favorendo la formazione di nebbie e stratificazioni molto vicine al suolo. Allo stesso tempo la conformazione del golfo di Genova ha iniziato a favorire una sempre maggiore rotazione dei venti grazie al rallentamento indotto a nord dalla presenza della catena alpina. Questo non solo ha fornito l’elemento “vorticoso” al sistema nuvoloso ma ha anche favorito la discesa di una bolla d’aria calda che è stata successivamente inglobata dalla circolazione. 

La figura sottostante mostra bene la bolla d’aria calda (sinistra), caratterizzata da temperature a circa 1500 metri di quota circa 3-4 gradi più alte dei dintorni, e la presenza di vorticità relativa positiva (destra), una quantità che misura quanto un fluido è in rotazione, proprio al centro del ciclone.

Sinistra: geopotenziale e temperatura a 850 hPa; Destra: vorticità relativa a 850 hPa

Sinistra: geopotenziale e temperatura a 850 hPa; Destra: vorticità relativa a 850 hPa

La presenza di aria più calda e secca al centro si è poi tradotto nella presenza di una regione con cieli parzialmente sereni come evidente dalle immagini satellitari. 

Articolo di Guido Cioni del 31 Gennaio 2018 alle ore 18:36

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