Cos’è la nebbia? Processi di formazione e classificazione

Approfondiamo insieme quello che negli ultimi giorni è stato il fenomeno atmosferico più rilevante della scena meteorologica sull’Italia, data l’affermazione dell’Alta Pressione.

Ci siamo mai chiesti davvero cosa sia la nebbia? Come si forma?

La nebbia è un’idrometeora che si forma per il processo di condensazione del vapore acqueo in prossimità del suolo. È costituita da goccioline di acqua liquida o cristalli di ghiaccio sospesi in aria dell’ordine di 5-10 micron. A causa della diffusione della luce solare da parte dell’acqua in sospensione, la nebbia si manifesta sotto forma di un’alone biancastro che può limitare la visibilità anche notevolmente.

Di quanto si deve ridurre la visibilità per poter parlare in meteorologia, in senso tecnico, di nebbia?

Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), l’espressione nebbia si applica quando la visibilità è inferiore ai 1000 metri, proprio per questo la si distingue dalla foschia a cui si fa riferimento quando la visibilità è compresa tra 1 e 10 km. Le particelle solide o liquide sospese in aria, ovvero l’aerosol atmosferico, possono comportarsi da nuclei di condensazione per l’acqua, favorendo la formazione di nebbia che nelle aree urbane sono più fitte, frequenti e persistenti data la maggiore emissione di sostanze inquinanti. La nebbia, non essendo altro che una nube al suolo, inizia a formarsi quando lo strato d’aria in prossimità del suolo, diventa satura, ovvero quando l’umidità relativa raggiunge il 100% dando inizio alla condensazione. Ciò può avvenire per 2 motivi :

1) Umidificazione della massa d’aria a quote prossime al suolo (nebbia da evaporazione) dove la fonte dell’umidità può essere o l’acqua che evapora al di sopra di fiumi e laghi, oppure l’acqua che evapora parzialmente da gocce di pioggia in caduta, ad esempio se ci troviamo in presenza di un flusso di correnti meridionali.

2) Raffreddamento dell’aria (nebbie da raffreddamento) che risultano essere tra le più comuni e si manifestano ogni anno soprattutto nel semestre freddo nelle zone pianeggianti e vallive della nostra Penisola, prime fra tutte la Pianura Padana. Come suggerisce il loro nome la nebbia si forma perché aria, di per sè umida, si raffredda con differenti processi che fanno classificare le nebbie da raffreddamento nelle seguenti categorie :

– Nebbie da irraggiamento : sono più frequenti sulle zone pianeggianti e vallive, meno su quelle costiere. Esse sono prodotte dal forte raffreddamento notturno, quando il terreno irraggia calore verso l’alto raffreddando man mano uno strato d’aria crescente ad iniziare dal suolo. Il raffreddamento è favorito in condizioni di cielo sereno e ventilazione debole o assente, quindi in condizioni prettamente anticicloniche ove l’inversione termica tende a rendere molto stabile lo strato nebbioso con il vapore acqueo che si concentra verso il basso data la presenza dell’aria fredda da inversione che risulta più pesante. Tutto ciò può comportare un raggiungimento di una visibilità anche inferiore ai 150 mt.

Nebbia da irraggiamento in Pianura Padana tipica dei periodi anticiclonici relativi al semestre freddo

Nebbia da irraggiamento tipica della Pianura Padana e delle zone pianeggianti e vallive interne del centro-sud nei periodi anticiclonici relativi al semestre freddo

– Nebbie da avvezione : si producono all’interno di masse d’aria umide e relativamente calde che scorrono lentamente su una superficie più fredda. Si differiscono dalle nebbie di irraggiamento anche per quanto riguarda la loro manifestazione nell’arco della giornata : le nebbie da irraggiamento si presentano generalmente da dopo il tramonto in poi e soprattutto per le ore notturne e di primo mattino, quelle da avvezione non sono legate a un momento particolare del giorno. Le nebbie sul mare sono quasi sempre da avvezione, in quanto il mare di notte irraggia molto meno della terraferma e si formano proprio grazie allo scorrimento di correnti di aria calda e umida su un mare più freddo. Tali nebbie poi tendono ad invadere con facilità le rispettive zone costiere, in particolare durante il giorno, dove generalmente i venti di brezza tendono a spingerle verso terra.

Nebbia da avvezione tipica delle zone costiere

Nebbia da avvezione tipica delle zone costiere

 

 

Articolo di Alberto Fucci del 31 Gennaio 2018 alle ore 16:15

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