Il Ciclone Atlantico di cui nessuno parla

Oggi pomeriggio vorremmo proporvi la storia di un ciclone che da giorni si sta formando sull’Atlantico, ma di cui nessuno sta parlando, forse perché avrà vita breve. Da qualche giorno, puntando il satellite polare AQUA sull’Atlantico, si nota la tipica forma spiraleggiante associata a cicloni tropicali (o extratropicali) assunta dalle nubi. In particolare, sfruttando l’archivio delle immagini fornite dalla NOAA, è stato possibile costruire la storia di questo ciclone, che inizia il 2 dicembre. In questa occasione masse d’aria calda e fredda hanno iniziato a scontrarsi sull’Atlantico, formando un disturbo, ben visibile nella prima immagine all’incrocio delle linee blu e rossa.

Evoluzione del ciclone: fare riferimento al testo per i dettagli.

Evoluzione del ciclone: fare riferimento al testo per i dettagli.

Nella stessa immagine, relativa al 2 dicembre, si notano ulteriori “spirali di nuvole”, anche se questi ultimi sistemi hanno una genesi totalmente diversa. Sono generati dall’interazione del vento con ostacoli isolati come isole dotate di montagne. L’aria interagisce e, nel superare l’ostacolo, inizia a spiraleggiare: questi vortici vengono detti di Von Karman. Ma torniamo al nostro ciclone. Qualche giorno dopo, il 4 dicembre, il centro di bassa pressione si è approfondito: a testimonianza di questo i corpi nuvolosi mostrano una forma a spirale sempre più definita. Il giorno seguente la depressione tropicale si è trasformata in un vero e proprio sistema che rischia di diventare pericoloso nella sua avanzata verso l’Europa (qui siamo al largo delle Coste Africane e poco lontano dal Portogallo). Per fortuna il ciclone è destinato a porre fine alla sua vita nel giro di pochi giorni, prima di riuscire a fare troppi danni. Sembra, infatti, che già oggi si stia esaurendo. Il perché è da ricercarsi principalmente nel meccanismo di alimentazione di questo tipo di sistemi su larga scala. Le acque calde dell’atlantico alle basse latitudini forniscono il serbatoio di energia principale per alimentare e far crescere un ciclone tropicale, permettendo a questo di evolversi nel tempo. Osservando una mappa della anomalia SST, ovvero la differenza rispetto alla media della temperatura superficiale marina, si osserva come la zona interessata da questo ciclone, ovvero la zona dell’Atlantico che lambisce le coste di Africa e Portogallo, sia relativamente fredda (ricordiamolo, rispetto alla media stagionale!).

Anomalia della SST (Sea Surface Temperature).

Anomalia della SST (Sea Surface Temperature).

Forse questo è uno dei motivi per cui il ciclone non ha potuto continuare la crescita iniziata i primi di dicembre. La mancanza di calore sufficiente nelle acque immediatamente sottostanti il ciclone non ha permesso il rifornimento di energia, costringendo il ciclone a diminuire in forza ed estensione.

Articolo di Guido Cioni del 06 Dicembre 2013 alle ore 16:55

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