Estensione dei ghiacci artici al minimo storico a gennaio, ecco i dati ufficiali

Leggendo il titolo forse i nostri lettori non si saranno stupiti più di tanto visto l’inverno anomalo che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. Eppure l’inverno Artico è stato, in relazione alla media, ancora più caldo di quello Europeo!

Sono infatti state numerose le settimane in cui l’anomalia termica, ovvero la differenza tra temperatura misurata e media di riferimento, ha superato i 10°C di scarto. Basti ricordare i 6°C di massima alle Svalbard e le temperature positive registrate su gran parte della costa norvegese a gennaio. Si tratta di un fenomeno conosciuto come amplificazione Artica che consiste in un maggior riscaldamento su scale climatiche delle aree a ridosso del polo rispetto a quello misurato alle nostre latitudini.

La mappa sottostante mostra lo scarto tra le temperature misurate e la media nel periodo di gennaio: gran parte delle aree al di sopra del circolo polare artico sono state interessate da anomalie superiori ai 6°C (!).

Anomalia delle temperature nel mese di gennaio sulla regione polare

A farne le spese è ovviamente la banchisa artica che, nell’anno più caldo da quando abbiamo iniziato le osservazioni, si scioglie ad un ritmo allarmante. I dati sull’estensione dei ghiacci artici misurati nel mese di gennaio sono infatti risultati inferiori non solo alla media del trentennio 1981-2010 ma anche a tutte le annate precedenti.

Estensione dei ghiacci artici a confronto negli ultimi 6 anni

Se si considerano poi le medie mensili degli ultimi 35 anni la diminuzione è ancora più evidente. Considerando che in 37 anni (dal 1979 al 2016) abbiamo perso circa 2 milioni di metri quadrati è possibile stimare una diminuzione annua di 0.05 milioni. Di questo passo, senza che intervengano altri processi ad aumentare la velocità (non così improbabile visto il costante aumento del riscaldamento), basterebbero poco più di 100 anni per dimezzare l’estensione, e circa 250 anni per cancellarne ogni traccia.