Glossario meteorologico – L’anticiclone di blocco

Gli anticicloni di blocco o blocking sono tra le figure bariche che esercitano la maggiore influenza sul meteo in Italia, così come in Europa. Un blocking può causare ondate di caldo intense e prolungate d’estate, favorire lo sviluppo di ondate di freddo d’inverno così come inasprire situazioni di siccità o eventi precipitativi estremi.

Le ondate di caldo estive e quelle di freddo in inverno hanno una causa in comune: gli anticicloni di blocco. Chiamato anche blocking in gergo meteorologico, l’anticiclone di blocco prende il nome dalla conseguenza principale che ha sul flusso atmosferico, quello cioè di bloccare, interrompere l’afflusso di aria umida e mite da ovest, deviandolo del tutto o parzialmente verso nord oppure frazionandolo in due rami separati.

Un esempio tipico di anticiclone di blocco è mostrato in Figura 1 qui sotto: questo tipo di blocking è detto ad omega per la forma simile alla lettera greca omega (ω) e si compone di un promontorio, in genere molto allungato e orientato secondo i meridiani, preceduto e seguito da due saccature. Il blocking ad omega è tra i più tenaci e può persistere per svariati giorni senza spostarsi significativamente.

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Figura 1 – Mappa di geopotenziale a 500 hPa (colore, in decametri), pressione al suolo (hPa, isolinee bianche) e spessore dello strato compreso tra i 1000 e i 500 hPa (decametri, isolinee nere), dall’analisi GFS del 30 giugno 2015 alle 00 UTC. Fonte: Wetter3.

Come si osserva dalla mappa di vento in Figura 2, relativa alla stessa data, il flusso umido e instabile proveniente dall’Atlantico viene deviato verso nord e non raggiunge la regione interessata dal promontorio. Assenza di precipitazioni e stabilità atmosferica caratterizzano generalmente la porzione centrale di questa regione, lontana dai confini del promontorio e quindi dagli “spifferi” più umidi e instabili. Le due mappe sono relative a una delle ondate di caldo europee più intense e durature degli ultimi anni, con record di temperatura misurati in Francia e Spagna.

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Figura 2 – Mappa di vento a 500 hPa (simboli di vento) e vorticità relativa (colore), dall’analisi GFS del 30 giugno 2015 alle 00 UTC. La direzione principale del vento lungo i bordi delle saccature e del promontorio è schematizzata dalle frecce blu. Fonte: Wetter3.

Va osservato che il termine anticiclone si riferisce in questo caso a un promontorio nella media o alta troposfera (si esamina in genere il geopotenziale a 500 o 300 hPa) e non propriamente a un sistema di alta pressione al suolo. Il blocking può sì accompagnarsi a una situazione di alta pressione, ma i due fenomeni non sono necessariamente correlati.

In tardo autunno ed inverno, l’instaurarsi di una situazione di blocco prolungata porta tipicamente allo sviluppo di un’alta pressione al suolo: il mancato afflusso di aria mite e umida da ovest, unitamente all’assenza di insolazione intensa e prolungata come si ha nella bella stagione, favorisce la formazione di inversioni termiche negli strati atmosferici più vicini al suolo, che si raffreddano rapidamente a spesa di quelli sopra. La pressione al suolo sale e il tempo è stabile, la ventilazione scarsa, le precipitazioni assenti e la nebbia persiste per gran parte del giorno, con accumulo di inquinanti.

Le regioni immediatamente ad est di un promontorio di blocco possono ricevere un afflusso considerevole di aria fredda da nord: è il caso dell’ondata di freddo di fine febbraio 2018, sviluppatasi a causa di un blocking atlantico poderoso (vedi Figura 3 sotto), che ha richiamato aria freddissima e molto secca da nord-est (fin dalla Siberia).

glossario_07_blocking-febbraio-2018

Figura 3 – Mappa di geopotenziale a 500 hPa (colore, in decametri), pressione al suolo (hPa, isolinee bianche) e spessore dello strato compreso tra i 1000 e i 500 hPa (decametri, isolinee nere), dall’analisi GFS del 30 giugno 2015 alle 00 UTC. Fonte: Wetter3.

 

In estate, al contrario, il blocking è tipicamente associato allo sviluppo di intense ondate di caldo, per via del continuo richiamo di aria calda da sud e della persistenza di condizioni stabili e soleggiate. La mappa in Figura 1, relativa alla potente ondata di caldo di fine giugno 2015, ne mostra un esempio. Anche in questo caso le regioni ad est del promontorio ricevono aria più fresca, umida e instabile.

In conclusione, gli anticicloni di blocco sono spesso associati a condizioni di maltempo in senso lato: che si tratti di alte pressioni con inversioni, aria stagnante e inquinamento alle stelle d’autunno, severe ondate di freddo d’inverno o poderose ondate di caldo d’estate, l’interruzione del flusso atmosferico regolare, con relativa permanenza della stessa configurazione barica per giorni e giorni, è di rado un fenomeno positivo.

Articolo di Enrico Di Muzio del 03 Marzo 2018 alle ore 13:08

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