Summit sul Clima: a che punto è l’Italia?

Mentre la Germania pianifica la carbon tax e investimenti pari a 54 miliardi di euro, il governo italiano si mostra poco determinato, attirando le richieste di Greenpeace per un’azione concreta e urgente.

In vista della 74ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York, Greenpeace Italia invita il governo di Conte “a non limitarsi ad annunci e promesse, ma di agire urgentemente per contrastare l’emergenza climatica”. L’assemblea si aprirà infatti con il Summit sul Clima promosso da António Guterres, segretario generale dell’ONU, al fine di consolidare l’impegno dei leader mondiali nei confronti della crisi climatica, con piani di azione concreti per contenere gli effetti del riscaldamento globale.

Nonostante abbia dichiarato l’intenzione di avviare un Green New Deal, il governo italiano non appare determinato in materia di emergenza climatica. Le proposte – se pur positive, ma non troppo ambiziose – contenute nel Decreto Clima portato in tavola dal Ministero dell’Ambiente sono state subito accantonate per carenza di fondi e mancanza di coordinamento con gli altri dicasteri, oltre al fatto che le emissioni nazionali di gas serra sono in costante crescita. Secondo i dati Ispra il trend di emissioni è infatti in salita rispetto all’anno scorso, con un incremento dello 0,8% a fronte di una diminuzione del Pil dello 0,1%, disegnando un processo inverso rispetto alle necessità.

Rispetto alla poca concretezza nonché alla lontananza italiana dagli obiettivi di azzeramento delle emissioni di CO2, Greenpeace chiede inoltre la revisione urgente del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), con un piano energetico che punta alle rinnovabili 100% e la transizione dei sussidi per le attività e i prodotti inquinanti – allevamenti intensivi, carburanti di prima generazione come l’olio di palma, industria basata su fonti fossili – verso misure ecologiche e sostenibili.

Nel frattempo la Germania presenta un ambizioso piano d’azione con il Klimaschutzprogramm, che prevede il taglio delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e mette in campo, oltre un investimento di 54 miliardi di euro, l’istituzione della carbon tax dal 2021.

“Dobbiamo tutti seguire ciò che dice la scienza”, afferma la direttrice esecutiva di Greenpeace International Jennifer Morgan. “Non c’è più spazio per leader deboli o per gli interessi dell’industria dei combustibili fossili”. Leader e aziende dovranno presentare piani concreti e attuabili, dichiara Morgan, o dovranno rispondere a chi scende in strada e in futuro sarà chiamato al voto.

Articolo di Erika del 24 Settembre 2019 alle ore 14:12

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