Il crollo dell’Unione Sovietica ha portato ad un grosso calo di Co2

Ma il collasso del settore agro-alimentare ha determinato un aumento delle importazioni di carne dal Sudamerica, che grava significativamente sulle emissioni di gas serra.

Secondo uno studio pubblicato su Environmental Research Letters da un team di ricercatori internazionali, il crollo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) ha contribuito alla grande riduzione delle emissioni di gas serra registrata tra il 1991 e il 2011. Il collasso dell’agricoltura e i cambiamenti nel commercio e nella produzione hanno determinato, secondo la ricerca, un calo delle emissioni di biossido di carbonio pari a 7,61 gigatonnellate, a cui ha contribuito una forte diminuzione degli allevamenti di bestiame e del consumo di carne.

Il sistema alimentare globale contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra”, afferma Florian Schierhorn, principale autore dello studio. “Quando l’ex Unione Sovietica è crollata, il passaggio da un’economia pianificata a un’economia di mercato ha avuto conseguenze drastiche per il settore agricolo e i sistemi alimentari della regione”. E ciò ha gravato soprattutto sugli allevamenti, dove il calo della domanda e la riduzione del sostegno statale ha portato ad un diffuso abbandono del settore.

Secondo i dati, il consumo di carne bovina svolge un ruolo primario nel bilancio del paese in termini di gas serra. La diminuzione avvenuta tra il 2010 e il 2016, però, è un fenomeno temporaneo, in quanto una volta stabilizzata l’economia della regione la domanda di carne bovina ha ripreso a salire. Domanda che ha determinato un aumento dell’importazione estera, che coinvolge soprattutto il Sudamerica e che sopperisce alla stasi del settore dell’allevamento che permane da anni.

Attualmente, l’ex Unione Sovietica è il secondo importatore mondiale di carni bovine, di cui l’80% proviene dal Sudamerica. Di fatto l’esportazione di carni dal continente grava significativamente sulle emissioni, che secondo i ricercatori sono destinate a crescere. Ciò dimostra, secondo lo studio, che l’abbandono del suolo agricolo ha un impatto indiretto sulle emissioni, poiché la tendenza in molte regioni industrializzate ed emergenti è quella di incrementare le importazioni, dando un contributo ancora più significativo alle emissioni globali.

Articolo di Erika del 28 Giugno 2019 alle ore 20:16

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