Scambiare il metano con CO2: il paradosso per contrastare il cambiamento climatico

Trasformare un gas serra in un altro gas serra potrebbe contrastare il riscaldamento globale. Lo dice uno studio della Stanford University.

La soluzione per contrastare il riscaldamento globale potrebbe nascere da un’idea paradossale:  trasformare il metano in anidride carbonica (CO2). Potrebbe sembrare contraddittorio, ma lo studio di un team di ricercatori della Stanford University pubblicato su Nature Sustainability afferma che si tratta di un approccio potenzialmente efficace. Il motivo è che l’anidride carbonica, pur essendo ugualmente un gas serra, contribuisce al riscaldamento in maniera decisamente inferiore al metano.

Il 60% del metano presente in atmosfera è prodotto dalle attività umane: miniere di carbone, discariche, attività petrolifere, attività domestiche (riscaldamenti, cucina), trasporti. Al resto contribuiscono per gran parte gli allevamenti di bestiame e l’agricoltura – specialmente le coltivazioni di riso. Pur essendo presente in quantità minori, in termini di impatto atmosferico il metano è un gas serra molto potente, circa 84 volte più della CO2. Motivo per il quale, secondo gli scienziati, la sua riduzione potrebbe fornire un approccio efficace per ridurre le emissioni globali.

Per consentire questa trasformazione lo studio propone di realizzare una tecnologia che sfrutti gli zeoliti – minerali composti principalmente da alluminio, silicio e ossigeno – per assorbire il metano in atmosfera. La struttura molecolare porosa fungerebbe da spugna e le particolari caratteristiche degli zeoliti consentirebbero di catturare non solo il metano ma anche altri gas. L’idea è di sfruttare queste capacità mettendo a punto delle grandi strutture apposite per massimizzare l’assorbimento.

Si tratterebbe di trasformare un gas serra in un altro gas serra, ammettono gli autori, ma la contraddizione sarebbe soltanto apparente. “Se messa a punto in maniera perfetta, questa tecnologia potrebbe far tornare l’atmosfera a concentrazioni pre-industriali di metano e altri gas”, afferma Rob Jackson, autore dello studio. Gli approcci previsti dall’Accordo di Parigi sul clima si basano essenzialmente sulla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e sull’incremento della vegetazione, ma questo non basterebbe a riportare la Terra alle condizioni pre-industriali, sottolineano i ricercatori di Stanford. Per questo motivo considerano fondamentale valutare questa ed altre tecnologie, la cui validità è comprovata dalla disperata necessità di agire per il clima.  

Articolo di Erika del 30 Maggio 2019 alle ore 19:43

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