Tonnellate di rifiuti sulle Isole Cocos, “l’ultimo paradiso incontaminato dell’Australia”

Lo studio ha rilevato spazzatura di ogni genere, tra cui 414 milioni di frammenti di plastica. E la maggior parte sepolta nella sabbia.

È chiaro ormai che la spazzatura che produciamo viaggia per migliaia di chilometri, attraversando i mari di tutto il pianeta e raggiungendo i posti più incontaminati. Ne è un esempio il ritrovamento scioccante di tonnellate di spazzatura sulle Isole Cocos – note anche come Isole Keeling , uno dei luoghi più remoti del Pianeta, in mezzo all’Oceano Indiano. L’indagine su questo gruppo di isole paradisiache ha rilevato la presenza dei detriti più impensabili, tra cui 977.000 scarpe, 373.000 spazzolini da denti e 414 milioni di frammenti di plastica. Soltanto la plastica rinvenuta aveva un peso di 238 tonnellate e comprendeva perlopiù bottiglie, buste, posate e cannucce. Una quantità impressionante di rifiuti portati dalla corrente sulle minuscole isole, che dimostra ancora una volta la gravità dell’inquinamento marino e dell’invasione della plastica.

Sulle Isole è stato effettuato uno studio pubblicato su Nature, che sottolinea che il fenomeno è riconducibile in gran parte all’aumento esponenziale della plastica globale negli oceani del mondo. Secondo l’autrice principale Jennifer Lavers, dell’Istituto di studi marini e antartici dell’Università della Tasmania, le isole remote abitate da piccole popolazioni sono l’indicatore più efficace della quantità di detriti di plastica che galleggiano negli oceani. Inoltre i dati più significativi si ottengono dal sottosuolo: la quantità di detriti sepolti fino a 10 cm sotto la sabbia delle Cocos era 26 volte maggiore di quella in superficie.

Il turismo è la fonte primaria di reddito per la comunità locale delle Isole Cocos, conosciute per essere “l’ultimo paradiso incontaminato dell’Australia”. Ma l’impatto dei rifiuti su queste spiagge sta minacciando seriamente l’attività nel territorio, al pari di molte altre isole e aree costiere in tutto il mondo che si trovano a fronteggiare situazioni di inquinamento che sono ben oltre le loro capacità di gestione. Secondo i ricercatori, alla popolazione delle Cocos sarebbero necessari  4000 anni per produrre tali quantità di rifiuti.

“In assenza di cambiamenti rapidi e significativi, i detriti antropogenici si accumuleranno sulle spiagge, con un impatto sempre più sentito dalla biodiversità e la mitigazione della plastica marina rimarrà un gioco perpetuo di recupero”, afferma il rapporto. “Le iniziative di mitigazione, compresa la politica, dovrebbero essere consapevoli delle sfide affrontate dalle isole remote e dalle comunità che vi risiedono”.

Articolo di Erika del 19 Maggio 2019 alle ore 18:46

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