Un “legno trasparente” potrebbe sostituire plastica e vetro

Il nuovo materiale rappresenta una potenziale alternativa eco-friendly nella costruzione di edifici ad alta efficienza energetica.

 

 

Nell’era moderna dell’edilizia, dove regnano vetro e acciaio, il legno potrebbe sembrare vecchio stile. Ma un nuovo studio dimostra che un completo restyling di questo materiale potrebbe rappresentare la nuova frontiera dell’edilizia eco-friendly. Robusto, trasparente e capace di immagazzinare e rilasciare calore, il nuovo materiale ottenuto dal legno potrebbe essere impiegato nella costruzione di abitazioni ad alta efficienza energetica. Si tratterebbe, secondo i ricercatori, di una potenziale alternativa non solo alla plastica e al vetro, ma addirittura al cemento.

Il nuovo “legno trasparente” è stato presentato al meeting nazionale dell’American Chemical Society di Orlando da Céline Montanari del KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma. “Abbiamo creato un materiale multifunzionale, capace di trasmettere molto bene la luce e immagazzinare calore”, ha dichiarato Montanari. Per produrlo il team di ricercatori si è basato su un lavoro precedente in cui veniva rimossa la lignina – l’elemento che conferisce al legno forza e colore – dal legno di balsa. Le piccole cavità ottenute sono poi state riempite da acrilico, che non ha alterato la struttura del legno ma solo ripristinato la sua forza. Il risultato è stato un materiale a base di legno, ma con le sembianze del vetro.

Con le ultime sperimentazioni l’acrilico è stato miscelato al glicole polietilenico, dalle proprietà ottimali: assorbe energia se sottoposto al calore, la rilascia se le temperature si abbassano. Questa caratteristica, secondo il team, conferisce al nuovo materiale le potenzialità per rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico, perché catturerebbe l’energia solare per rilasciarla solamente più tardi all’interno. I materiali con tali caratteristiche non sono nuovi nel settore delle costruzioni, ma il team afferma il loro approccio è diverso, perché utilizza un materiale naturale di base che riduce la necessità di impiegare oli e le relative emissioni di CO2. “Ma c’è ancora molto lavoro da fare”, ha dichiarato Montanari, soprattutto riguardo l’utilizzo dell’acrilico, che non è biodegradabile. Su questo è intervenuto Mark Miodownik, docente all’University College di Londra, che ha sottolineato l’importanza di creare un materiale che non sia biodegradabile, ma riciclabile e riutilizzabile, con la possibilità di essere recuperato per nuovi progetti.

Articolo di Erika del 09 Aprile 2019 alle ore 17:02

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