GRANDE GELO in Abruzzo, la Siberia d’Italia

L’ondata di gelo che in questa settimana ha colpito gran parte dell’Italia ha dato il meglio di sé in Abruzzo, dove il mix di aria freddissima in quota, innevamento al suolo, cielo sereno e calma di vento ha favorito la formazione di fortissime inversioni termiche negli altopiani centrali. Parecchie località di media montagna sono scese sotto i -20 °C e una addirittura sotto i -30 °C!

L’Abruzzo ha abituato gli appassionati meteo a “prestazioni” notevoli quando si tratta di  ondate di freddo e minime glaciali. Ciononostante, le minime raggiunte ieri mattina in alcune località di bassa e media montagna hanno dello straordinario, non solamente per l’entità del freddo che si è creato, ma anche per il periodo tardivo dell’ondata di gelo – oggi entra ufficialmente la primavera meteorologica! – e per la repentinità con cui le temperature sono crollate un po’ ovunque.

Vediamo quindi i valori registrati. Parecchie località sono scese sotto i -10 °C, incluse L’Aquila e Avezzano (-13 °C e -14 °C). Le temperature misurate nel capoluogo abruzzese (località: Coppito) sono riportate in Figura 1 qui sotto. Tagliacozzo, a soli 750 m di quota, ha raggiunto ben -20 °C (Figura 2). Ma la parte del leone l’hanno avuta gli altopiani a quote di media montagna: l’Altopiano delle Cinque Miglia (1250 m, grafico in Figura 3) ha registrato la spaventosa temperatura di -29.5 °C, mentre a Campo Felice (1550 m, Figura 4) si sono sfiorati i -33 °C! Queste temperature sono a tutti gli effetti degne del mese di gennaio in Siberia. Va detto inoltre che tutte le località citate avevano registrato temperature quasi altrettanto glaciali la mattina del 27 febbraio.

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Figura 1 – Grafico delle temperature registrate a L’Aquila (località Coppito, 700 m) nell’ultimo mese. Fonte: CETEMPS.

Cosa ha fatto scendere così tanto i termometri? La risposta è da ricercarsi in molteplici fattori. Innanzitutto, la presenza di neve al suolo ha impedito che questo si scaldasse nelle ore diurne – il manto bianco infatti riflette la maggior parte della luce solare – mentre il cielo sereno e i venti deboli hanno favorito il raffreddamento notturno, già di per sé molto efficace sugli altopiani lontani dal mare. Infine, l’aria molto secca ed estremamente fredda a tutte le quote proveniente dalla Russia, che ha avvolto l’Italia centrale fin da qualche giorno, ha accentuato ancora di più il raffreddamento notturno.

 

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Figura 2 – Grafico delle temperature registrate a Tagliacozzo (750 m) negli ultimi 10 giorni. Fonte: rete di stazioni Caput Frigoris.

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Figura 3 – Grafico delle temperature registrate presso l’Altopiano delle Cinque Miglia (1250 m) negli ultimi 10 giorni. Fonte: rete di stazioni Caput Frigoris.

Va osservato che le temperature glaciali misurate nell’Abruzzo interno sono il risultato di condizioni particolari – terreno piatto, circondato da montagne, altitudine relativamente elevata – che rendono questa regione terreno di coltura ideale per minime siberiane. L’ondata di gelo è stata comunque notevole: nell’Abruzzo collinare sono state raggiunte temperature fino a -10 °C, la neve ha imbiancato località costiere come Pescara, e se si guarda al versante tirrenico persino Napoli.

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Figura 4 – Grafico della temperatura registrata a Campo Felice (1545 m) nelle mattinate del 28 febbraio (linea grigia) e 1 marzo (linea rossa). Fonte: MeteoNetwork.

Ci si potrebbe chiedere: quest’ondata di gelo ha dell’eccezionale? La risposta è sì, ma non storica – perlomeno non in tutta Italia. Certamente il tempo di ritorno (definito come il lasso di tempo medio perché secondo le statistiche un dato evento si verifichi nuovamente) è molto elevato. Inoltre, l’ondata è molto tardiva, arrivando a ridosso dell’inizio della primavera meteorologica.

Un’ultima riflessione: secondo le proiezioni dei modelli climatici, il riscaldamento globale accentuerà gli scambi di temperatura tra regioni equatoriali e regioni polari e favorirà lo sviluppo di promontori e saccature molto profondi nel contesto di un Vortice Polare più ondulato rispetto ad ora. In un futuro comunque mediamente molto più caldo, ondate di gelo come questa potrebbero diventare sempre più frequenti e quindi in un certo senso “normali”.

Articolo di Enrico Di Muzio del 01 Marzo 2018 alle ore 11:21

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