Criosfera e Global Warming: osservazioni e scenari futuri!

Come il riscaldamento globale interagisce con i ghiacci?

 

Cryosphere_Fuller_Projection

La criosfera, ovvero quella parte della Terra coperta o costituita da ghiacci, comprende neve, superfici di laghi e fiumi ghiacciati, ghiaccio marino, piattaforme di ghiaccio, ghiacciai, calotte di ghiaccio e permafrost. La durata di ognuna delle sue componenti è differente, per esempio laghi e fiumi ghiacciati non resistono alla transizione da inverno a estate, oppure i ghiacci marini hanno un ciclo stagionale ma possono resistere anche per vari anni (multi-year ice). Nonostante ciò tutte le componenti della Criosfera sono sensitive a cambiamenti nella temperatura media globale e nelle precipitazioni, tant’è che cambiamenti nelle componenti della criosfera più stabili possono essere interpretati come una risposta alla variabilità climatica, per cui la criosfera è spesso paragonata ad un termometro naturale.

La criosfera non va però inteso come un indicatore passivo dei cambiamenti climatici poiché cambiamenti in ogni componente hanno significativi e duraturi impatti sui sistemi fisici, biologici e sociali.

scioglimento-ghiacciLe calotte di ghiaccio e i ghiacciai continentali ad esempio esercitano un ruolo importante nel “controllo” del livello del mare globale, tant’è che il loro scioglimento può avere importanti effetti sulla circolazione oceanica globale e gli ecosistemi marini. Inoltre la perdita dei ghiacciai in regioni popolate corrisponde ad una riduzione delle risorse d’acqua dolce ed un impatto sul turismo. In aggiunta la riduzione nella copertura nevosa e dell’estensione dei ghiacci marini amplificherebbe il riscaldamento locale delle aree interessate “dall’ice melting” a causa della riduzione del potere riflettente della superficie terrestre, meglio noto come albedo (ice-albedo feedback effects).

Qualora volessimo tenere in conto eventuali cambiamenti nel permafrost, questi danneggerebbero alcune infrastrutture artiche e potrebbero inoltre alterare la concentrazione di gas serra in atmosfera a causa del rilascio di elevate quantità di metano (articolo).

A partire dagli studi attuali sulla criosfera e dalle osservazioni via satellite, possiamo dire che nelle ultime due decadi, le calotte della Groenlandia e dell’Antartide hanno riportato un bilancio negativo di massa, ovvero una perdita. I ghiacciai continentali hanno continuato a ritirarsi in tutto il mondo e la copertura nevosa nell’Emisfero Nord si è ridotta notevolmente in estensione.

Arctic_sea_ice_loss_animation

I ghiacciai perdendo massa hanno contribuito all‘innalzamento del livello del mare e la quantità di massa di ghiaccio persa in Groenlandia è aumentata notevolmente nel periodo 1992-2011, amplificandosi particolarmente nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2011.

Anche in Antartide il budget di ghiaccio è negativo, ovvero è diminuito nelle ultime decadi, con picchi principalmente nella Penisola Antartica Settentrionale e in prossimità del mare di Amundsen (Antartide Occidentale), con un irripidimento della curva della perdita di massa negli anni 2002-2011.

L’estensione media annuale del ghiaccio marino Artico si è ridotta notevolmente a partire dal 1979 (ovvero da quando iniziarono le osservazioni via satellite) fino al 2012. Il rate di riduzione per decade varia tra 3.5 a 4.1 % della massa totale. Per quanto riguarda l’estensione minima dei ghiacci marini in estate, la corrispondente diminuzione varia tra 9.4 e 13.6 % per decade, ovvero circa 0.73-1.07 milioni di km2 per decade. In Antartide invece i ghiacci marini risultano in espansione con un aumento che va da 1.2 a 1.8 % per decade. (Vai al video)

Per quanto riguarda la copertura nevosa nell’Emisfero Nord, essa si è ridotta a partire da metà del 20^ secolo di circa 1.6 [0.8 to 2.4] % per decade nei mesi di Marzo e Aprile e dell’11.7% per decade per il mese di Giugno.

ar5-wg1-table-spm-2

A partire dalle osservazioni, i climatologi hanno realizzato vari scenari futuri per poter valutare cosa potrebbe avvenire al variare della concentrazione di gas serra in atmosfera. Gli scenari riportati nell’ultimo report dell’IPCC sono 4 e vanno dal meno drammatico al più preoccupante. Nella tabella seguente viene riportato lo stretto legame tra innalzamento delle temperature globali e aumento del livello del mare (strettamente connesso a sua volta con lo scioglimento dei ghiacciai di calotta e continentali). Quello che si desume è che aumentando le temperature avremmo una importante perdita di massa da parte delle calotte di ghiaccio ed un innalzamento del livello del mare. E’ elevata la probabilità che nel peggiore degli scenari, si potrebbe avere una completa perdita dei ghiacci della Groenlandia entro un millennio o poco più, causando un innalzamento del livello del mare di circa 7 metri.

Stime attuali indicano che il valore soglia per uno scioglimento irreversibile dei ghiacci sia maggiore di 1°C ma minore di 4°C, per cui è fondamentale attuare politiche di mitigazione e adattamento. Attualmente sono già molti i Paesi che soffrono dell’innalzamento dei mari provocato dalla perdita di massa dei ghiacciai ed è interesse di tutti noi cercare di affrontare e limitare questo fenomeno.

Per approfondire vai all’articolo SYR_AR5_FINAL_full.pdf

Articolo di Giusy Fedele del 29 Dicembre 2016 alle ore 16:19

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