Perché è ancora (quasi) impossibile prevedere i terremoti (no, non è una cospirazione)

Di fronte alle ennesime, tremende testimonianze fotografiche che giungono dal centro Italia, dopo un forte sciame sismico che ha interessato maggiormente i comuni di Amatrice, Accumoli ed Arquata, viene da chiedersi:

possibile che non sia assolutamente possibile prevedere questo tipo di fenomeni?

E, cosa possiamo fare in termini di prevenzione? 

Il centro di Amatrice distrutto dagli eventi sismici della nottata

Il centro di Amatrice distrutto dagli eventi sismici della nottata

Per quanto riguarda la prima domanda una vera risposta della comunità scientifica non esiste. Una “previsione” è infatti considerata utile solo se ha una probabilità di avverarsi maggiore del 50%. Nel caso in cui l’affidabilità si avvicinasse al 50% la previsione stessa equivale al lancio di una moneta: la probabilità di avere testa o croce è di 1 su 2 casi, ovvero 1/2=0.5 -> 50%.

Il problema è che per prevedere con esattezza i terremoti (ovvero avere previsioni con affidabilità maggiore del 50%) dovremmo, similmente a quanto si fa per prevedere i moti atmosferici, avere un modello che utilizza delle equazioni a partire da uno stato conosciuto. Tuttavia, nonostante le equazioni siano abbastanza conosciute e lo stato non vari di molto su scale temporali nell’ordine dei giorni, vi sono numerosi problemi pratici. Innanzitutto le equazioni sono altamente nonlineari, quindi un piccolo errore iniziale può crescere a dismisura col passare del tempo. Secondariamente, implementare un modello che calcoli in ogni momento la posizione di ogni porzione di terra solida è praticamente impossibile con le nostre attuali risorse. 

Quello che viene spesso fatto è la valutazione del rischio sismico in base alla conformazione del luogo di interesse. Ad esempio, zone nelle vicinanze di un Vulcano saranno esposte ad un rischio maggiore rispetto a quelle poste in una zona estremamente pianeggiante lontano da catene montuose. Si tratta, per certi versi, della stessa cosa che facciamo in atmosfera per i temporali. Sappiamo che la previsione della loro esatta collocazione è impossibile, dunque l’unica cosa che possiamo fare è fornire un’area dove il rischio è più alto. I temporali, così come i terremoti, sono manifestazioni improvvise nelle quali viene liberata una grande quantità di energia che era stata accumulata nel tempo che, per questo motivo, è difficile da localizzare con estrema precisione. 

C’è poi un altro aspetto da considerare legato alla previsione: l’allertamento della popolazione. Dato che le previsioni di terremoti hanno un margine di affidabilità molto basso, come possiamo sperare di allertare in modo efficiente? Il grafico sottostante mostra tutti i possibili esiti di una allerta/nessuna allerta sulla presenza o meno di un terremoto. Bisogna notare che, in 3 casi su 4, le perdite sono inevitabili, siano esse umane ed economiche, perché bisogna contare anche i falsi allarmi e il fatto che, anche in presenza di allerta, non è possibile limitare totalmente i danni.

Rischio Terremoto/Rischio allerta

Rischio Terremoto/Rischio allerta

Da notare, inoltre, come la probabilità di fallimento è molto alta, dato che falsi allarmi e mancate allerte sono recepiti dalla popolazione nello stesso modo. La domanda rimane quindi come sia possibile cambiare la posizione del livello di allerta (linea tratteggiata nera) agendo sulla nostra conoscenza dei terremoti e sulla prevenzione. Se è vero che forse non faremo progressi in merito alla previsione, c’è forse speranza per una maggiore prevenzione tramite la costruzione di edifici con criteri antisismici. Ma cosa fare per tutti questi borghi medioevali che hanno strutture estremamente problematiche? A tutte queste domante potranno rispondere solo gli esperti del settore. 

Data la nostra scarsa conoscenza in materia ci rimettiamo quindi a chi ne sa più di noi. In queste ore di apprensione e sgomento vi preghiamo di fare lo stesso.

Il silenzio è sempre meglio di una sola parola detta a sproposito. Basta alle teorie su cospirazioni, coincidenze, riflessioni sulla religione…

Serve solo silenzio. E rispetto.

Articolo di Guido Cioni del 24 Agosto 2016 alle ore 19:03

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