Clima: ecco il piano della Cina per raggiungere le emissioni zero

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Pechino ha reso noti i primi obiettivi per raggiungere la carbon neutrality entro il 2060.

La Cina ha finalmente pubblicato il documento tanto atteso sul piano dello sviluppo verde del Paese, che punta a raggiungere le emissioni nette zero entro il 2060. Ridurre l’energia fossile al 20% e incrementare le rinnovabili al 25% entro il 2030 sono le priorità nella strategia di Pechino per arrivare alla neutralità climatica nei prossimi 40 anni.

Il piano era stato annunciato dal presidente Xi Jinping più di un anno fa, le cui promesse hanno generato grandi aspettative per il paese, il maggiore produttore mondiale di gas serra, e anche un po’ di scetticismo. La roadmap cinese sembra tuttavia promettente oltre che ambiziosa, con obiettivi fissati al 2025 e al 2030, dando quindi poco margine di ritardo per l’azione climatica.

Per attuare la “nuova filosofia di sviluppo” la Cina prevede di portare le energie rinnovabili al 20% sul consumo totale entro il 2025, poi al 25% entro il 2030, fino a superare l’80% nel 2060. La strategia, come suggerisce il documento, è quella di una continua crescita economica, ma sulla base di una riduzione massima dell’inquinamento e della disgiunzione tra lo sviluppo e le emissioni causate.

La strada di Pechino sembra andare verso una crescita di qualità, piuttosto che di quantità, persino a costo di aumenti del PIL più contenuti. Entro il 2025 la CO2 per unità di PIL diminuirà infatti del 18% rispetto ai valori del 2020 e di oltre il 65% nel 2030 rispetto ai valori del 2005. Nello stesso anno la capacità totale di solare e eolico raggiungerà 1.200 GW. Nel piano di emissioni zero, anche la copertura forestale del Paese aumenterà, raggiungendo il 24,1% nel 2025.

Sul piano climatico della Cina restano comunque alcuni dubbi, soprattutto in merito al picco di carbonio. Il Paese dovrebbe raggiungerlo nel 2025, ma per molti potrebbe arrivare più tardi, poiché nei prossimi 4 anni l’aggiunta di energia fossile non si fermerà. Ciò è causa di molte incertezze su quanta energia fossile in più sarà installata e su come inciderà sulle emissioni e sul clima, se il picco sarà brusco o lento e progressivo.

Si potrebbe pensare al nuovo documento politico come un’indicazione su ciò che i paesi potrebbero aspettarsi dalla Cina alla COP26. Oppure, ed è ciò che il mondo spera, potrebbe esserci finalmente un’inversione di rotta, con un contributo estremamente significativo al livello globale.

Articolo di Erika del 25 Ottobre 2021 alle ore 16:50

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