Disastro ambientale a Mauritius: cosa sta succedendo

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La petroliera giapponese arenata giorni fa sta andando in pezzi, mentre la chiazza nera si sta espandendo nelle acque cristalline, minacciando una catastrofe ecologica.

La situazione al largo della costa sud-orientale dell’isola di Mauritius è diventata drammatica, mentre la petroliera giapponese della MV Wakashio ha iniziato a disgregarsi in mare. La nave si era arenata giorni fa, causando una fuoriuscita di almeno 1.000 tonnellate di carburante – per ora – che hanno velocemente iniziato a spargersi nelle acque cristalline, contaminando le barriere coralline e le lagune che attirano turisti da tutto il mondo. Gli abitanti hanno descritto come devastante ciò che sta succedendo e chiesto aiuti internazionali urgenti per contenere il danno ecologico ed economico che ha travolto lo stato insulare.

Secondo gli esperti, la nave – che contiene ancora 2.500 tonnellate di petrolio a bordo che minacciano ulteriormente l’area – sta andando letteralmente in pezzi. “Le crepe sono cresciute. La situazione è peggiorata”, ha affermato il primo ministro Pravind Jugnauth. “C’è ancora il rischio che la barca si apra a metà”. Nel frattempo le comunità del posto, sotto shock per quanto avvenuto, si chiedono perché le autorità non abbiano agito subito per evitare il disastro, dato che la nave è incagliata dal 25 luglio.

“Ho vissuto qui tutta la mia vita. Questa è una catastrofe per la regione e non credo che il mare si riprenderà presto”, ha affermato Fezal Noordaully, tassista a Mahébourg. “Le autorità non hanno fatto nulla per giorni. Adesso lo stanno facendo, ma è troppo tardi”.

L’isola sta facendo i conti anche con la pandemia di Covid-19, che ha condotto le attività turistiche – essenziali per l’intera regione – allo stremo. Nel frattempo migliaia di volontari si sono riversati lungo le coste afflitte dalla melma nera, ignorando le istruzioni delle autorità di stare a distanza, per cercare di arginare il fenomeno attraverso barriere galleggianti improvvisate.

I rischi per gli ecosistemi locali sono enormi. “Migliaia di specie intorno alle lagune incontaminate di Blue Bay, Pointe d’Esny e Mahébourg rischiano di annegare in un mare di inquinamento, con conseguenze disastrose per l’economia, la sicurezza alimentare e la salute di Mauritius”, ha dichiarato Happy Khambule, di Greenpeace Africa.

Alcuni temono che sia troppo tardi. Le immagini aeree mostrano l’enorme marea nera che incombe sul mare cristallino, con la melma che ha coperto le foreste di mangrovie e molte insenature incontaminate. Una devastazione che vanifica anni di sforzo di conservazione, che causa danni incalcolabili e necessita di una risposta internazionale coordinata e immediata, affermano gli attivisti. “Se la nave si rompe in due, la situazione sarà fuori controllo” ha detto all’AFP Vassen Kauppaymuthoo, oceanografo e ingegnere ambientale. “Si tratta di un grave disastro che sta progredendo e sta diventando più complicato ora dopo ora”.

Articolo di Erika del 11 Agosto 2020 alle ore 09:13

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