Antartide, il ghiacciaio Thwaites ha i giorni contati

Secondo gli scienziati il declino è irreversibile, presto il ghiacciaio potrebbe andare in pezzi.

Una nuova dichiarazione del ricercatore David Holland, scienziato atmosferico della New York University, rivela quanto velocemente si sta sciogliendo il ghiacciaio Thwaites, soprannominato “il ghiacciaio del giorno del giudizio”. L’enorme piattaforma di ghiaccio in Antartide occidentale potrebbe scomparire entro pochi decenni, liberando una quantità di acqua che aumenterebbe di diversi metri il livello del mare.

“Potrebbe crollare rapidamente, nel giro di decenni, o potrebbero passare secoli”, afferma Holland, che attualmente è impegnato in una ricerca nel sito del ghiacciaio, con l’obiettivo di studiare la linea di messa a terra della piattaforma, dove il ghiaccio incontra il fondale marino. Saranno le temperature e i livelli di salinità a suggerire il tasso di velocità di scioglimento del ghiacciaio e a rivelare la gravità della perdita di ghiaccio nel punto di ancoraggio.

Il declino inevitabile dei ghiacci nell’Antartide occidentale era stato annunciato dalla NASA nel 2014. Questa regione registra infatti una drastica perdita di massa ghiacciata rispetto al resto del continente. Nel 2021 i ricercatori hanno appurato che il ghiacciaio Thwaites è più instabile di quanto si pensasse, accorciando di diversi decenni la prospettiva di vita dello stesso. Ora il team di ricercatori sta cercando di capire quanto tempo rimane.

Dal momento del distacco nel 2017, l’iceberg A-68a ha rilasciato circa 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce nell’oceano.

Come il ghiacciaio Thwaites, altre piattaforme stanno rilasciando grandi quantità di acqua dolce nell’oceano, con il rischio di interferire con gli ecosistemi marini. Secondo un recente studio di un gruppo di ricercatori di Cambridge e dell’Università di Leeds, l’iceberg A-68a, che si distaccò dalla piattaforma Larson C nel 2017, era il più grande al mondo prima di frantumarsi in una dozzina di frammenti.

Secondo lo studio, l’A-68a ha scaricato circa 152 miliardi di tonnellate di acqua dolce nella stessa area dove vivono le colonie di pinguini. Ciò potrebbe influenzare la temperatura, l’ambiente e la vita marina in modi inaspettati e potenzialmente letali per le specie. “Gli iceberg hanno un impatto sulle proprietà fisiche e biologiche dell’oceano dove vanno alla deriva, a seconda del grado di scioglimento”, scrivono gli autori dello studio.

Le due analisi mostrano quanto sia urgente intervenire a livello globale per mitigare il cambiamento climatico. Gli effetti di questo declino non si limitano infatti alla vita marina del luogo, come ben sappiamo, ma innescano una serie di processi che interferiscono a livello planetario, a partire dall’innalzamento del livello del mare.

Articolo di Erika del 22 Gennaio 2022 alle ore 10:50

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