Gli incendi in Australia hanno causato una gigantesca fioritura di alghe mortali

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La crescita rapida ed esponenziale di fitoplancton minaccia gli ecosistemi marini e può avere impatti a lungo termine sull’oceano e sul clima.

Oltre a costituire un pericolo immediato per gli esseri viventi e il territorio, gli incendi boschivi possono avere conseguenze a lungo termine, anche di vasta portata. È il caso degli enormi incendi che si sono verificati in Australia nell’estate 2019-2020, che hanno generato una gigantesca fioritura di alghe nell’Oceano Antartico settentrionale, un fenomeno che minaccia gli ecosistemi marini locali.

“Le fioriture esplosive di plancton possono essere mortali per gli animali”, osserva il paleobiologo Chris Hays del Museo svedese di storia naturale, che non è stato coinvolto nello studio. “Un singolo evento di fioritura può spazzare via migliaia di animali in pochi giorni e lasciare “zone morte” nei laghi d’acqua dolce e nelle aree costiere”.

I picchi di materiale organico nelle acque possono danneggiare la fauna marina, aggiungendosi agli effetti devastanti che gli incendi hanno già sulla terra ferma per gli animali, le persone e l’ambiente. All’origine delle massicce fioriture di alghe potenzialmente tossiche, ci sono probabilmente gli aerosol del fumo degli incendi. Le concentrazioni di ferro nel fumo potrebbero essere vitali per la fotosintesi e la crescita delle microalghe, che quindi proliferano rapidamente.

L’aspetto sorprendente è che la grande fioritura a largo dell’Australia meridionale si è verificata in un periodo che solitamente è il picco stagionale più basso per le microalghe, ma il fumo degli incendi ha invertito completamente la tendenza. “La fioritura del fitoplancton in questa regione è stata senza precedenti in 22 anni di misurazioni satellitari ed è durata circa quattro mesi”, afferma l’oceanografo biologico Pete Strutton dell’Università della Tasmania in Australia.

Ulteriori analisi hanno rivelato che il materiale depositato dal fumo ha innalzato significativamente i livelli di ferro nell’oceano, con una reazione rapida nei microrganismi. Un altro studio ha stimato che gli incendi in quel periodo hanno rilasciato circa 715 milioni di tonnellate di anidride carbonica, tuttavia, le fioriture di fitoplancton agiscono come serbatoi di carbonio, e una tale proliferazione avrebbe potuto assorbire gran parte della CO2 rilasciata dalla combustione.

Ma diversi fattori influenzano la fotosintesi del fitoplancton e lo stoccaggio del carbonio, come la luce e la temperatura, quindi non è certo che le emissioni siano state catturate in profondità nell’oceano. Ciò che è certo è che vasti incendi come quelli australiani hanno dei profondi impatti sull’ecosistema del nostro pianeta e sul clima, poiché gli aerosol sono in grado di raggiungere aree a migliaia di chilometri di distanza e modificare i sistemi produttivi negli oceani.

Articolo di Erika del 16 Settembre 2021 alle ore 17:30

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