Con la Cina “carbon neutral” entro il 2060 la temperatura globale diminuirebbe di 0,2 gradi

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Se il paese riuscisse a raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi climatici, le emissioni globali subirebbero una forte riduzione, con la possibilità di contenere l’aumento delle temperature al di sotto dei 2 °C.

La scorsa settimana la Cina ha annunciato che intende ridurre le sue emissioni di carbonio nette a zero entro il 2060, suscitando grande sorpresa. Il più grande produttore al mondo di Co2, responsabile del 28% delle emissioni globali, potrebbe riaccendere le speranze di limitare il riscaldamento globale, nonché ispirare altri paesi a seguirne l’esempio. Se il paese raggiungesse l’obiettivo di diventare “carbon neutral” entro 40 anni, si potrebbe ridurre la temperatura globale di 0,2-0,3 gradi.

“Puntiamo a raggiungere il picco delle emissioni di Co2 prima del 2030 e la carbon neutrality entro il 2060”, ha dichiarato il presidente cinese Xi Jinping all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 22 settembre. Si tratta di un annuncio significativo e incoraggiante, ha commentato Josep Canadell dell’Organizzazione per la ricerca scientifica e industriale del Commonwealth in Australia. “Probabilmente i nuovi obiettivi non ci consentiranno di fermarci a 1,5 °C [di riscaldamento globale] – come prefissato dall’Accordo di Parigi del 2015, ma “sotto i 2 °C potrebbe ancora essere coerente con l’annuncio [di XI]”, ha osservato Canadell.

L’impegno della Cina potrebbe anche accrescere la pressione su altri principali emettitori, invitando a fissare obiettivi più ambiziosi, mentre “isolerebbe ulteriormente l’amministrazione di Trump nella sua miopia climatica”, secondo Vance Wagner della Energy Foundation China.

Gli osservatori però avvertono: non sarà facile per un paese come la Cina raggiungere la carbon neutrality in pochi decenni. L’anno scorso il carbonio ha rappresentato circa il 58% del consumo totale di energia del paese e il 66% della produzione di elettricità. In molte regioni il carbone viene ampiamente utilizzato anche per riscaldare gli edifici. Secondo indagini recenti, nel 2019 la capacità di generazione a carbone della Cina è cresciuta di circa 40 gigawatt, mentre continuano a crescere gli interessi per nuovi impianti  a carbone.

Sarà necessaria una totale inversione di marcia, con misure drastiche per contenere l’uso di combustibili fossili nei trasporti e nella produzione di elettricità, ma anche con un’adeguata compensazione delle emissioni attraverso lo stoccaggio del carbonio o la piantumazione di foreste. Dato il potere del carbone e degli interessi soprattutto edilizi, le riforme richiederanno un’enorme volontà politica. Nel frattempo, i dettagli dell’ambizioso piano della Cina non sono ancora stati rivelati.

Articolo di Erika del 30 Settembre 2020 alle ore 16:44

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