Venere: perché il ritrovamento di fosfina è così importante

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Recentemente il pianeta si è candidato tra i mondi potenzialmente abitabili nel Sistema Solare, grazie alla scoperta di un gas di origine organica.

La recente scoperta di fosfina nell’atmosfera di Venere è una delle più interessanti fatte finora e ha aperto una nuova strada nella ricerca di forme di vita nel nostro Sistema Solare. Grazie al ritrovamento di questa sostanza di origine organica, dal 14 settembre 2020 il pianeta è diventato un candidato tra i mondi potenzialmente abitabili – come Marte o le lune Encelado ed Europa – che potrebbero aver ospitato la vita in passato, o potrebbero farlo ancora oggi.

La fosfina è un gas composto da un atomo di fosforo e tre di idrogeno, derivante per gran parte da processi organici. La quantità rilevata dagli scienziati tra le nuvole di Venere ha consentito di escludere numerose possibilità riguardo le origini inorganiche della sostanza, sebbene la questione resti ancora parecchio complicata per via delle forti lacune nella conoscenza della chimica dell’atmosfera venusiana. Pochissime missioni nel corso degli anni sono infatti riuscite ad ottenere campioni dall’ambiente inospitale del pianeta, dominato dall’anidride carbonica.

Esistono due possibilità per spiegare l’origine della fosfina su Venere: una riguarda la presenza di forme di vita microscopiche che generano la sostanza come scarto, l’altra che sul pianeta si svolgano reazioni chimiche a noi sconosciute e che non abbiamo gli strumenti per comprendere.

La prima cosa da fare è ottenere maggiori informazioni sull’abbondanza di PH3 nell’atmosfera di Venere e capirne di più in base ai processi terrestri. I telescopi utilizzati per rilevare la fosfina possono essere impiegati per confermare definitivamente la scoperta iniziale e capire se la quantità di PH3 in atmosfera è variabile nel tempo. Parallelamente, c’è ora un’enorme opportunità per approfondire la conoscenza dei processi chimici possibili su Venere, sui quali al momento si dispone di dati estremamente limitati.

Fondamentale nella ricerca sarà tornare su Venere, con veicoli spaziali dotati di strumentazioni in grado di rilevare la quantità di fosfina presente e la sua geo-localizzazione. Rispetto ai telescopi sulla Terra, i veicoli possono sopravvivere per molti anni nell’orbita di Venere, così da poter fornire osservazioni continue e per periodi prolungati. Ma anche i dati orbitali saranno limitati: sarà necessario entrare nell’atmosfera di Venere e ottenere misurazioni dettagliate della sua composizione chimica per capire se l’umanità condivide il sistema solare con la vita su Venere.

Diverse missioni di esplorazione sono state considerate per approfondire la conoscenza del pianeta, che si mostrava un obiettivo avvincente già prima di quest’ultima entusiasmante scoperta, grazie alle prove di antichi oceani e di un’atmosfera potenzialmente più vivibile. La NASA ha in programma di realizzare almeno una missione di esplorazione su Venere nel 2021.

Articolo di Erika del 28 Settembre 2020 alle ore 17:04

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