Misterioso picco di radiazioni in Scandinavia, potrebbe provenire dalla Russia

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Diverse stazioni nord-europee hanno rilevato concentrazioni di isotopi radioattivi più alte del normale.

In questi giorni i livelli di radioattività nell’atmosfera del Nord Europa sono aumentati, riporta un’agenzia sanitaria olandese che ha analizzato i dati. Il picco di radiazioni potrebbe suggerire un danno a all’interno di una centrale nucleare e le ipotesi ricadono su un possibile evento in una centrale russa. Secondo l’Associated Press, si tratterebbe di un elemento combustibile che avrebbe determinato l’aumento del livello di radiazioni, riscontrabile nelle rilevazioni delle stazioni locali.

Tuttavia, secondo l’agenzia di stampa russa TASS, l’operatore di energia nucleare russo Rosenergoatom ha negato l’esistenza di problemi relativi alle strutture di Kola e Leningrado, le due centrali operative nella regione. Nel frattempo, diverse agenzie scandinave hanno rilevato livelli di radionuclidi – isotopi radioattivi – più alti della norma. I radionuclidi sono atomi dai nuclei instabili, dai quali viene rilasciata l’energia in eccesso attraverso il decadimento radioattivo. In particolare, le concentrazioni di radionuclidi cesio-134, cesio-137 e rutenio 103 sono aumentate in alcune parti della Finlandia, della Scandinavia meridionale e dell’Artico.

In arancione la possibile regione di origine, con livelli di radioattività più alti del solito in Europa. Immagine del 26 giugno 2020 pubblicata dal segretario
esecutivo dell’Organizzazione globale del trattato sui test nucleari Lassina Zerbo (via Twitter).

Sebbene non siano dannosi per gli umani, questi isotopi sono sottoprodotti della fissione nucleare, avverte Lassina Zerbo, segretario esecutivo dell’Organizzazione globale del trattato sui test nucleari. Si tratta di prodotti artificiali, provenienti dall’attività umana, non riscontrabili in fenomeni naturali. Per questo motivo, “la composizione dei nuclidi può indicare danni a un elemento di combustibile in una centrale nucleare”, spiega un funzionario dell’Istituto nazionale per la sanità pubblica e l’ambiente nei Paesi Bassi, che ha analizzato gli isotopi. Ma non essendo state rese misure rilevanti, le agenzie di monitoraggio non sono state in grado di identificare la fonte specifica del problema, hanno detto i funzionari NIPHE.

Il picco improvviso di radioattività nel Nord Europa fa eco ad altri eventi successivi al disastro di Chernobyl. Anche pochi giorni prima della tragedia del 1986, una centrale nucleare svedese aveva rilevato elevati livelli di radioattività, stando ad un resoconto del parlamento europeo. Non sono mancate anomalie simili negli ultimi anni, come la nube radioattiva che investì l’Europa nel 2017, la cui fonte più sospetta era un impianto di ritrattamento nucleare russo. Sebbene fossero stati rilevati livelli di rutenio-106 pari a 1.000 volte più alti del normale in Europa, la Russia aveva negato qualsiasi coinvolgimento.

Articolo di Erika del 28 Giugno 2020 alle ore 17:47

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