Foreste tropicali e barriere coralline stanno andando incontro al collasso

La pressione dell’attività umana e i cambiamenti climatici stanno portando al cedimento degli ecosistemi più biodiversi della Terra. Uno studio avverte che è necessario trasformare le economie legate ai tropici e migliorare la resilienza di queste aree.

Più della metà del suolo terrestre non ricoperto dal ghiaccio è attualmente gestito attivamente dall’uomo. La sorte di queste terre – e di quelle incontaminate – ha una considerevole influenza sulla possibilità di evitare o meno la catastrofe climatica. È quanto afferma un nuovo studio, pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society, che ha rivolto l’attenzione a oltre 100 paesi tropicali nel mondo e alle possibili soluzioni legate ai diversi territori nei confronti del cambiamento climatico.

Ai tropici, più del doppio dell’area delle foreste pluviali tropicali protette è occupata dalle attività forestali. A differenza delle foreste di piantagioni, caratterizzate da distese di alberi identici, queste sono foreste autoctone, in cui vengono raccolti legni di alto valore. La diversità di queste foreste limita il valore commerciale a un piccolo numero di alberi, il che conduce le aziende di disboscamento ad adottare un processo “selettivo”, che consiste nell’estrarre soltanto gli alberi che sanno di poter vendere.

Si tratta di un processo estremamente dannoso per la vegetazione circostante e per le foreste nel loro insieme. “In molti luoghi, i taglialegna attraversano le foreste con i bulldozer e falciano gli alberi per ottenere quell’unico albero di mogano”, spiega Bronson Griscom, autore dello studio. Aree come la foresta amazzonica, ad esempio, costantemente sottoposte agli abusi dell’attività umana e devastate da incendi continui, subiscono danni incalcolabili, che avranno conseguenze sempre più drammatiche non solo sugli ecosistemi locali, ma sull’intero equilibrio terrestre.

Foreste tropicali e barriere coralline subiscono sempre più i fenomeni meteorologici estremi, come uragani, alluvioni, siccità prolungate e incendi, che insieme all’attività umana costituiscono un cocktail letale per gli ecosistemi. Ma ci sono molte misure che è possibile adottare per preservare la biodiversità rimanente, spiega Griscom, adottando modelli di business sostenibili a livello internazionale. “Le aziende possono ancora produrre le cose di cui abbiamo bisogno evitando le emissioni di gas serra e ripristinando l’ecosistema”.

Uno studio del 2017 condotto dallo stesso team aveva già evidenziato la possibilità di migliorare l’economia esistente legata alle aree tropicali, senza la necessità di cambiare completamente i sistemi di produzione esistenti. I ricercatori hanno scoperto che ripristinare i paesaggi naturali e simultaneamente continuare a produrre è possibile, contenendo l’innalzamento della temperatura media globale al di sotto di 1,5 °C, ovvero entro quella che è considerata la “soglia di sicurezza”.

La difficoltà di adottare soluzioni sostenibili, al di là della barriera del finanziamento, sta nell’aiutare i paesi a riconoscere il valore della natura e proteggerla. Non è facile, afferma, perché vuol dire cambiare i mezzi di sussistenza e offrire opportunità alternative. “Se noi come società decidiamo finalmente di dare un prezzo al carbonio – come dovremmo perché è economicamente razionale farlo – e abbracciamo l’economia del ripristino, stiamo aprendo immense opportunità economiche che ci aiuteranno anche a fermare questa crisi climatica”, spiega. “Cambiare il sostentamento di un allevatore in Amazzonia per coltivare alberi anziché bestiame non è facile, ma dove ciò non è fattibile, possiamo aiutare gli allevatori a spostarsi in sistemi in cui gli alberi vengono riportati in questi paesaggi”.

Se affrontare la crisi climatica vuol dire ridurre drasticamente e rapidamente le emissioni di Co2, è necessaria una trasformazione intelligente di come viene sfruttato il suolo. E nei paesi tropicali esiste un grande potenziale – da supportare con investimenti internazionali – per l’assorbimento di carbonio, attraverso il ripristino, la transizione ad economie verdi  e una migliore gestione del territorio. Per evitare il collasso a cui stanno andando incontro gli ecosistemi sempre più fragili a causa della pressione umana e dei conseguenti effetti sul clima, è necessario migliorare la resilienza di queste aree, ma bisogna farlo con azioni urgenti e soprattutto globali.

Articolo di Erika del 29 Gennaio 2020 alle ore 18:39

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