Ispra: bonificato solo il 15% dei siti più inquinati d’Italia

Su due terzi dei luoghi interessati è stato avviato solo lo studio preliminare. Nel frattempo i Sin sono saliti a 41 in tutto il Paese.

Soltanto per il 15% dei siti d’interesse nazionale italiani (Sin), ovvero le aree più inquinate d’Italia, è stato concluso il processo di bonifica. Per il 12% sono stati avviati gli interventi e per il restante 66% sono stati fatti solamente gli studi preliminari. A dare la notizia il presidente dell’Ispra Stefano Laporta, in audizione ieri alla Commissione Ecomafie. “La situazione dei Sin non è brillante”, ha dichiarato.  

I siti d’interesse che 21 anni fa il Ministero dell’Ambiente aveva identificato come prioritari per interventi di bonifica erano 15. Oggi quei siti sono diventati 41, ma da allora la situazione non è cambiata molto. Si tratta di una superficie totale di 171.268 ettari di suolo e 77.733 di mare, distribuiti in tutte le regioni italiane, escluso il Molise. Oltre la metà dei Sin si concentra in Lombardia (5), Piemonte (4), Toscana (4), Puglia (4), e Sicilia (4). Tra i più noti delle altre regioni ci sono Val Basento in Basilicata, Gela in Sicilia, Crotone in Calabria, Bagnoli in Campania, il fiume Sacco in Lazio, Porto Torres in Sardegna, Terni in Umbria, Porto Marghera in Veneto.

Secondo gli esperti Ispra, le difficoltà nelle procedure di bonifica sono legate soprattutto alla natura dell’inquinamento con molti contaminanti, alla frammentazione e ai cambiamenti delle proprietà, alle normative contraddittorie e alle sovrapposizioni di competenze. Risolvere queste criticità consentirebbe all’Italia di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile e riattribuire valore ad ampie aree di territorio.

Le ultime stime fornite da Confindustria parlano di investimenti pari a circa 10 miliardi di euro per concludere le bonifiche, cifre ben lontane dalle risorse stanziate finora dallo Stato. Eppure, secondo i dati, un tale investimento avrebbe il potenziale per creare 200.000 posti di lavoro in più, con un rientro di circa 4,7 miliardi di euro, senza contare che sarebbe finalmente ripristinato un ambiente sano.

Articolo di Erika del 08 Maggio 2019 alle ore 20:32

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