Quando gli uragani raffreddano gli oceani: l’esempio di Florence ed Helene

Non solo venti impetuosi, piogge torrenziali ed inondazioni. Gli uragani, o più in generale i cicloni tropicali, possono causare un raffreddamento delle acque superficiali oceaniche che permette, a pochi giorni di distanza, di riconoscerne la traiettoria. Il motivo? Sta tutto nel loro funzionamento. 

Nonostante molti conoscano la forza distruttiva associata ai cicloni tropicali (chiamati uragani o tifoni a seconda del bacino di formazione) pochi sanno da cosa effettivamente derivi questa energia. La verità è che i cicloni tropicali agiscono alla stregua di macchine termiche o, in altre parole, di veri e propri “motori” che convertono diverse forme di energia. Per capirlo basta fare un confronto con il motore di una macchina, dove l’energia termica dovuta alla combustione del carburante viene convertita in energia cinetica o di movimento.

Immagine dell'uragano Florence scattata dalla stazione spaziale internazionale (ISS) lo scorso 13 settembre

Immagine dell’uragano Florence scattata dalla stazione spaziale internazionale (ISS) lo scorso 13 settembre

Nei cicloni tropicali l’energia termica è fornita dalle acque calde dell’oceano atlantico (o pacifico). Il calore viene trasportato in atmosfera dai venti, portando allo sviluppo di temporali che, organizzandosi in sistemi estesi spazialmente, iniziano a ruotare favorendo quindi la conversione di energia in movimento, pioggia e, di nuovo, vento. Tale processo comporta un’estrazione di calore dalle acque del mare che, di conseguenza, si raffreddano velocemente. Un effetto che si può facilmente verificare nel caso di Florence ed Helene, i due uragani che nelle ultime settimane si sono sviluppati in Atlantico.

La figura sottostante mostra le traiettorie dei due cicloni tropicali sovrapposte ad un campo ottenuto come differenza tra le temperature osservate ieri (18 settembre) e lo scorso 3 settembre. Colori blu indicano un raffreddamento delle acque, colori rossi un aumento di temperatura. In questo caso è immediato verificare come, sovrapposto alla variabilità tipica di molte aree oceaniche, si trovi il raffreddamento dovuto proprio al passaggio di questi due uragani, specialmente nella fase matura del loro ciclo di vita (ovvero quando i venti sono più intensi ed il trasporto di calore viene, di conseguenza, massimizzato).

Cambiamento delle temperature superficiali marine tra 18 e 3 settembre. Tonalità blu indicano un raffreddamento mentre tonalità calde un aumento di temperatura.

Cambiamento delle temperature superficiali marine tra 18 e 3 settembre. Tonalità blu indicano un raffreddamento mentre tonalità calde un aumento di temperatura.

 

Articolo di Guido Cioni del 19 Settembre 2018 alle ore 17:35

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