Cosa sono i Proxies e che ruolo hanno nelle previsioni del clima ?

Cosa sono i Proxies e che ruolo hanno nelle previsioni del clima ?  Quali sono i parametri che vengono utilizzati per poter prevedere il comportamento del clima nei prossimi anni ? Cosa sono i Proxies e perché sono fattori determinanti per poter effettuare una buona previsione climatica ?

Cosa sono i Proxies e che ruolo hanno nelle previsioni del clima ? – Definizione

Per effettuare una buona previsione del clima futuro, bisogna tener conto di tantissimi fattori che influiscono in percentuali differenti nel complesso sistema climatico. Ognuno di questi fattori è definito “Proxi” e per poter valutare in maniera corretta la risposta di ognuno di esso, occorrono lunghi studi accurati. In ogni caso le previsioni del clima, hanno una validità molto bassa, proprio perché è impossibile riuscire a prevedere con esattezza il clima che si avrà nel futuro. Prima di iniziare a classificare i proxies principali che vengono implementati nei sofisticati modelli di previsioni del clima, diamo la definizione degli stessi: i proxies, sono fattori che hanno una correlazione con la temperatura, più calda o più fredda, esistente in un certo periodo climatico.  Fra gli esempi si annoverano: gli anelli di crescita degli alberi, i coralli, gli strati dei sedimenti, i pollini fossili, le carote di ghiaccio e i fori di trivellazione.

Cosa sono i Proxies e che ruolo hanno nelle previsioni del clima ?

Cosa sono i Proxies e che ruolo hanno nelle previsioni del clima ?

Cosa sono i Proxies e che ruolo hanno nelle previsioni del clima ? – Le caratteristiche dei proxies

Ecco quali sono le caratteristiche principali dei proxies prima elencati e come influiscono sulla previsioni del clima futuro.

  • Anelli di crescita degli alberi: essi sono normalmente più spessi nei periodi caldi e più sottili nei periodi freddi, e possono fornire stime sugli ultimi mille anni. Una crescita lenta (con anelli sottili), può essere però dovuta alla siccità indotta da temperature più calde anziché da temperature più fredde. In effetti ci sono prove del fatto che gli anelli di crescita degli alberi sono stati proxies mediocri per le temperature registrate dopo il 1960.
  • I Coralli: hanno bande di crescita annuale che forniscono stime delle temperature del mare, analogamente al funzionamento degli anelli di crescita degli alberi, che forniscono invece le temperature dell’aria. Questi coralli formano atolli la cui parte superiore è morta e per lo più sopra la linea dell’acqua, ma il cui perimetro è per lo più immerso nel mare ed è vivo. L’analisi delle loro bande di crescita, fornisce stime del cambiamento del livello del mare. Gli anelli di crescita dei coralli pongono problemi analoghi a quelli posti dagli anelli di crescita degli alberi. Solo di rado permettono di risalire indietro di duecento anni.
  • Sedimenti marini e lacustri: ogni fiume trasporta sabbia, frammenti di roccia e suolo che si depositano sul fondo dei laghi. I laghi migliori in quest’ottica, sono quelli poveri di ossigeno, poiché nelle loro acque non possono sopravvivere gli animali, che potrebbero altrimenti mescolare gli strati di sedimento, falsando la misura. La composizione dei materiali trasportati nei laghi dai fiumi è determinata dalle temperature estive, dalle precipitazioni nevose invernali e dalle piogge annuali. Di nuovo, non è facile separare gli effetti della temperatura da quelli delle piogge.
  • I granuli di polline: si trovano in tutte le piante con fiore e possono essere usati per l’identificazione del tipo di pianta che li ha prodotti. Anch’essi si conservano   negli strati dei sedimenti sul fondo degli stagni, dei laghi o del mare, di modo che un’analisi dei pollini ci dice quali tipi di piante stavano crescendo al tempo in cui il sedimento è stato depositato. Poiché sappiamo quali piante possono sopravvivere a una data temperatura, i mutamenti che si verificano nella vegetazione ci forniscono un quadro del cambiamento delle temperature nel corso del tempo. I pollini fossili risalgono fino a un passato di qualche migliaio d’anni. La capacità delle diverse specie vegetali di sopportare temperature diverse è ovviamente un’informazione indiretta di gran lunga migliore della crescita annuale del tronco degli alberi.
  • Le carote di ghiaccio: sono i migliori proxies. Le trivellazioni più profonde ci forniscono informazioni fino a 800000 anni fa. CI sono molti problemi di datazione e di stima, ma esistono metodi efficaci. Ad esempio, le bolle di gas intrappolate nel ghiaccio, conservano informazioni sulla composizione dell’atmosfera del passato. C’è una correlazione fra il contenuto medio di idrogeno pesante (deuterio) della neve e la temperatura superficiale media: quanto maggiore è la quantità di deuterio intrappolato, tanto più caldo è stato l’anno preso in considerazione. Il contenuto di deuterio del ghiaccio è correlato anche al livello di CO2 presente nelle bolle intrappolate, che ci fornisce pertanto una seconda misura. Tutto questo non dimostra che sia il CO2 atmosferico a causare il cambiamento del clima; potrebbe essere che sia la temperatura a modificare i livelli di CO2. Le carote di ghiaccio possono dirci qualcosa solo sulle aree in cui ci sono ghiacci polari o ghiacciai alpini.
  • I fori di trivellazione: hanno il vantaggio di essere stati scavati a migliaia in tutto il mondo e di essere abbastanza profondi da poter ottenere misure relative a migliaia di anni fa. Devono trovarsi in aree dove le temperature del suolo non siano state disturbate dalla presenza di città o di attività agricole. Il foro di trivellazione non dev’essere venuto a contatto con sorgenti sotterranee o con spostamenti geologici. Inoltre si deve tener conto del calore che emana dall’interno della Terra. Quanto più ci si addentra nel lontano passato, tanto meno certe sono le misurazioni. Molti geologi ritengono tuttavia che i fori di trivellazione siano i migliori proxies che abbiamo a disposizione al di fuori delle regioni polari. La temperatura della superficie del suolo invia un’onda termica verso il basso a un ritmo costante. Nel corso del tempo ogni nuova temperatura invierà verso il basso la sua onda peculiare. Man mano che un’onda scende, non lascia dietro di se alcun effetto capace di contaminare le onde che seguiranno e non riesce mai a raggiungere quelle che l’hanno preceduta. Il metodo consiste nel trovare un foro adatto, nel misurare a intervalli la temperatura del sostrato (suolo o roccia) mentre si scende nel sottosuolo, a cominciare dal presente e scendendo sempre più nel passato.
Articolo di Gaetano Genovese del 02 Giugno 2016 alle ore 17:05

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