Qual è la causa delle alluvioni di sabato? Come si è formato il ciclone Mediterraneo?

Spesso, per spiegare le manifestazioni della Natura si ricorre a termini altisonanti, che scoraggiano i non addetti ai lavori. Eppure, tutte le perturbazioni che si avvicendano sui nostri mari sono semplicemente dovute al trasporto di calore tra equatore e poli e non necessitano un nome con appellativi quali “tropicale” o “uragano”.

Per capire l’evoluzione meteorologica della giornata di sabato, e cercare di spiegare le incessanti piogge sulle regioni meridionali, basta dare uno sguardo all’immagine satellitare acquisita nel primo pomeriggio. Ad ovest della penisola Iberica si scorge la spirale nuvolosa associata all’ex-uragano Joaquin. Viceversa, sul Mediterraneo si intravede un vortice molto più piccolo, ma che forma un esteso drappello di nuvole che abbraccia gran parte dell’Europa orientale. Nell’angolo in basso a destra si intusice il movimento dei corpi nuvolosi, trasportati verso nord dal richiamo di aria calda causato dal ciclone già menzionato.

Immagine satellitare nel campo del visibile acquisita alle ore 15 di Sabato 10 ottobre dallo strumento SEVIRI in orbita sul satellite Meteosat

Immagine satellitare nel campo del visibile acquisita alle ore 15 di Sabato 10 ottobre dallo strumento SEVIRI in orbita sul satellite Meteosat

I sistemi temporaleschi sono rimasti per tutta la giornata a nord del minimo di pressione, anche se alcune nubi si sono sviluppate nel pomeriggio proprio a ridosso del minimo, suggerendo la presenza di un “occhio” centrale.

Dettaglio del centro di bassa pressione presente al Sud Italia.  Immagine satellitare nel campo del visibile acquisita alle ore 15 di Sabato 10 ottobre dallo strumento SEVIRI in orbita sul satellite Meteosat

Dettaglio del centro di bassa pressione presente al Sud Italia. Immagine satellitare nel campo del visibile acquisita alle ore 15 di Sabato 10 ottobre dallo strumento SEVIRI in orbita sul satellite Meteosat

Questi sistemi depressionari nel Mediterraneo si formano spesso grazie all’azione di due elementi: un disturbo alla superficie, ovvero un debole minimo di bassa pressione, e una discesa di aria fredda e secca in alta atmosfera (stratosfera). Quest’ultima caratteristica favorisce l’intensificazione del sistema al suolo, ed è quindi necessaria per il mantenimento dei temporali che circondano il minimo.

Le immagini satellitari nel canale del vapor d’acqua permettono di individuare la discesa di aria fredda e secca in alta atmosfera che è evidenziata dalle aree più scure. La forma di questa “intrusione” secca (come chiamata dagli studiosi) si invortica attorno al minimo di pressione, favorendone la sua intensificazione.

Sequenza di immagini nel canale del vapor d'acqua dallo strumento SEVIRI

Sequenza di immagini nel canale del vapor d’acqua dallo strumento SEVIRI

Numerosi modelli hanno correttamente simulato questa intrusione di aria fredda, come mostra l’elaborazione del modello BOLAM proposta nell’immagine sottostante. Zone con alti valori di vorticità (colori giallo-rossi) dovrebbero essere confrontati con le aree scure dell’immagine satellitare precedente.

Vorticità potenziale alla quota di 350 hPa (circa 8 km di altezza)

Vorticità potenziale alla quota di 350 hPa (circa 8 km di altezza)

Generalmente, prevedere con precisione l’approfondimento di aria fredda e secca in alta atmosfera permette di individuare con maggiore affidabilità la distribuzione delle precipitazioni al suolo. Ecco perché è importante focalizzarsi sull’intera colonna atmosferica per capire l’evoluzione meteorologica che ci riguarda da vicino. 

Articolo di Guido Cioni del 11 Ottobre 2015 alle ore 15:38

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