Finisce la missione “Rosetta”, la sonda atterra sulla cometa e spegne i motori per sempre

L’avventura di Rosetta e del suo lander Philae è giunta al termine proprio oggi. Dopo 10 anni di viaggio e oltre 7 miliardi di chilometri percorsi per avvicinare la cometa, e dopo averle orbitato intorno per circa 2 anni, alle 13.18 odierne la sonda Rosetta ha impattato la superficie della cometa, spegnendo i motori e tutti i sensori di acquisizione per sempre.

Si tratta di una decisione inevitabile frutto di numerose riunioni della divisione dell’ESA (l’agenzia spaziale europea) che si è occupata in questi anni della missione Rosetta. Circa 2 anni fa, nel mese di novembre 2014, il lander Philae si era staccato da Rosetta, la sonda principale, atterrando sulla superficie della cometa. L’atterraggio, però, non è avvenuto come previsto dato che Philae è finito rimbalzando in una zona della cometa non raggiunta dai raggi solari. Data la mancanza di illuminazione solare il lander non ha potuto ricaricare le batterie e quindi la missione, pur fruttuosa dal punto di vista dei dati raccolti, è stata lentamente portata a conclusione.

Data la finestra temporale molto breve nella quale la sonda poteva essere ancora controllata è stato quindi deciso di fare letteralmente “schiantare” Rosetta contro alla cometa. La velocità di avvicinamento  è stata scelta appositamente in modo da raccogliere la maggior parte dei dati possibile. Per questo la “caduta” di Rosetta ci ha permesso di avere fotografie molto ravvicinate della cometa. La figura sottostante è relativa ad una distanza di circa 15 km.

Immagine della cometa da circa 15 km di distanza

Immagine della cometa da circa 15 km di distanza

Usando un’angolazione diversa si notano i particolari della superficie dalla stessa altezza.

Immagine della cometa da circa 16 km di distanza

Immagine della cometa da circa 16 km di distanza

Ed ecco una delle ultime “fotografie” scattate da circa 6 km di altezza.

Immagine della cometa a 5.7 km di distanza

Immagine della cometa a 5.7 km di distanza 

Nonostante la triste conclusione si tratta di una missione dall’esito positivo che ci ha permesso di studiare ancora più da vicino la composizione e la struttura di questa cometa, fornendoci ulteriori dettagli sulla formazione dell’universo.

Articolo di Guido Cioni del 30 Settembre 2016 alle ore 15:56

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